Savona. Continua a tenere banco la questione delle liste d’attesa, non solo in Liguria ma in tutta Italia.
Alcuni dati emersi dal XXI Rapporto di Cittadinanzattiva sulle politiche della cronicità (“Nel labirinto della cura”), presentato a Roma al ministero della Salute a fine 2023, hanno evidenziato che molti dei pazienti si deve rivolgere al privato o in intramoenia. E lo fa perché il sistema sanitario, nazionale e regionale, non riesce a far fronte alle richieste di alcune prestazioni: il 67,8% lo fa per visite specialistiche effettuate in regime privato o in intramoenia; il 60,9% per l’acquisto di parafarmaci; il 55,4% per esami diagnostici; il 46,7% per la cosiddetta prevenzione terziaria (diete, attività fisica, dispositivi); il 44,6% per l’acquisto di farmaci necessari e non rimborsati dal servizio sanitario.
La verità è che la notizia delle lunghe liste d’attesa, ormai da tempo, non è più una notizia. Ciò che potrebbe dare una svolta definitiva alla questione sarebbe quella di promuovere e dare la possibilità di conoscere a tutti il decreto legislativo del 29 aprile 1998 n.124 che recita così: “Qualora l’attesa della prestazione si prolunghi oltre il termine fissato, l’assistito può chiedere che la prestazione venga resa nell’ambito dell’attività libero professionale privata, ponendo a carico dell’azienda unità sanitaria locale l’intero costo della prestazione”.
La svolta sarebbe quella di definire delle linee guida per stendere il regolamento delle varie aziende sanitarie di ogni Regione. In altri termini, secondo questa norma già vigente, chi non riesce a prenotare una prestazione attraverso il Cup e gli altri canali – oppure trova una disponibilità, ma in tempi troppo lunghi – potrebbe accedere all’intramoenia pagando solo il ticket.
Ci sono alcune Regioni però, che si stanno muovendo in questa direzione, compresa la Liguria. Il territorio ligure si sta attivando per studiare una modalità univoca di applicazione. Una delle strategie da mettere in campo è aumentare l’offerta, cosa che è stata fatta con la gara per la diagnostica e per le altre prestazioni. Più in generale è evidente che occorre creare un quadro normativo che necessariamente va condiviso a livello nazionale.
Anche in Asl2 la questione sembra non ben definita. “Io ero a conoscenza di questa legge – afferma un paziente che abbiamo interpellato – e ho chiesto al Cup di Savona (via Collodi) come poter fare per usufruirne. Dopo cinque minuti di attesa l’assistente è tornata, dicendomi che non aveva indicazioni a riguardo da parte dei suoi superiori, e che anche lei personalmente non sapeva come aiutarmi. Una cosa assurda visto che è una legge a livello nazionale”.
“Io non ne ero a conoscenza – ci spiega una signora – nessuno mi ha mai detto niente ne al Cup di Savona, né per via telefonica con il centralino regionale”.
Se da una parte l’Asl ancora non riesce a delineare chiare linee guida (non per colpa sua), dall’altra sta facendo notevoli passi in avanti per dare un taglio alle liste d’attesa con l’ausilio di Regione Liguria. “La Direzione di Asl2 è costantemente impegnata nel gestire le difficoltà, insorte soprattutto dopo l’emergenza Covid, relative alle liste di attesa per esami e visite ambulatoriali di alcune specialità mediche e diagnostiche – afferma Asl – tale problematica riguarda tutto il sistema sanitario nazionale e l’Asl 2 sta cercando nuove opportunità per implementare il numero delle prestazioni da offrire all’utenza”.
“Attualmente i percorsi di presa in carico del paziente, in caso di mancata disponibilità della prestazione nei vari punti di prenotazione prevedono:
– per le prescrizioni con priorità “B” (da rendere entro 10 giorni ) e follow up oncologici la ricetta viene trasmessa direttamente dai CUP alla Struttura Gestione Liste d’Attesa che, grazie alla collaborazione diretta con le strutture interessate ospedaliere o territoriali, fissa l’appuntamento e lo comunica al cittadino.
– per le prescrizioni con priorità “D” (entro 30 giorni per le prime visite ed entro 60 giorni per gli esami strumentali ) – e sempre solo in caso di mancata disponibilità nei vari punti di prenotazione – Asl 2 ha attivato da tempo un Numero Verde gratuito che prende in carico le richieste e ricerca l’appuntamento”. Prosegue a spiegarci la Asl.
“Ad oggi è a disposizione dei pazienti tutta l’offerta sanitaria già utilizzabile: le prescrizioni sono prenotabili su tutti i canali sia fisici (sportelli CUP) sia telefonici (call center 800098543) sia informatici (portale prenotosalute.it ), oltre che nelle numerose farmacie convenzionate presenti sul territorio della provincia. Proprio il portale prenotosalute.it rappresenta una modalità immediata per “restituire” visite o indagini diagnostiche, consentendo di metterle immediatamente a disposizione di altri cittadini”.
“È recente la decisione da parte della Giunta regionale di mettere a disposizione dei cittadini liguri oltre 120 mila prestazioni reperite da strutture private accreditate che garantiranno, senza ulteriore esborso da parte degli utenti, prestazioni di diagnostica quali ecografie, risonanze magnetiche, radiografie e TAC. per potenziare al massimo la risposta del sistema sanitario ligure al fine di abbattere le liste di attesa. Per quanto riguarda la zona del ponente le prestazioni messe a disposizione per l’offerta pubblica di Asl1 e Asl2 corrispondono a circa 14.300 ecografie, 12.600 radiografie, 5.400 TAC e 5.600 risonanze magnetiche“.
“Sono stati inoltre prorogati i contratti in essere con le strutture private accreditate relativi a prestazioni di laboratorio, visite specialistiche e attività di riabilitazione che proseguiranno sino al 31 dicembre 2024”.
“La Direzione sta lavorando con incontri costanti per monitorare i tempi di attesa ed intervenire sulle specialità più critiche anche attraverso una riorganizzazione del medici SUMAI e delle agende già attive. Nei prossimi mesi è prevista una ulteriore implementazione delle prestazioni con l’obiettivo di rispondere in maniera sempre più efficace alle necessità dei cittadini”.
“Sicuramente le liste di attesa sono un aspetto del SSN e del SSR spesso percepito dai cittadini come un momento di criticità e di attrito – conclude Asl – ma altrettanto sicuramente i professionisti che lavorano in Asl2 mettono in campo tutte le opportunità organizzative e le possibilità consentite per ridurre le situazioni di disagio”.
Quel che è certo è che le liste d’attesa hanno tempi troppo lunghi. Alcuni rimedi sono stati presi, altri esistono ma non utilizzati o definiti in modo chiaro e resi usufruibili da tutti. Ma gli “antidoti” esistono, ora non resta che attendere (sperando sia una delle ultime volte).