Criticità

Albenga, Coldiretti incontra le imprese del florovivaismo: “Abbattere i costi di produzione”

"Tutelare uno dei comparti più trainanti dell’intero settore agricolo regionale"

coldiretti florovivaismo

“Siamo ad Albenga perché è qui che vive il fulcro del comparto, nella zona più vocata alla floricoltura,” ha esordito Marcello Grenna, Presidente di Coldiretti Savona, quando ha preso parola all’incontro che si è tenuto ieri, giovedì 25 luglio, tra Coldiretti e Assofloro insieme alle imprese florovivaistiche della regione Liguria. “Cosa si sta facendo e cosa si può fare per il settore del florovivaismo? È questa la domanda a cui oggi rispondiamo facendo sentire le voci di chi questo ambito lo vive tutti i giorni”.

È un periodo di particolare difficoltà per i mercati, dovuta in primis ai costi delle materie prime che non fanno che aumentare. “Produrre a un costo giusto e soprattutto vendere a un costo giusto,” ha spiegato nel suo intervento. “Sempre più aziende si trovano costrette a vendere sotto i costi di produzione. Ciò significa che il sistema non regge, il che è un enorme problema, anche perché stiamo parlando di uno dei comparti più trainanti dell’intero settore agricolo regionale.”

Antonio Ciotta, Direttore di Coldiretti Savona, ha spiegato: “Come Coldiretti, abbiamo messo in campo diversi strumenti, di cui abbiamo parlato oggi, per aiutare concretamente le aziende che stanno affrontando difficoltà del genere. Si è dunque affrontato con le imprese il tema del sistema florovivaistico territoriale, si è parlato di imballaggi, di contratti di coltivazione per il vivaismo ornamentale forestale, e di costi di produzioni – da quelli fissi ai variabili, sottolineando la concreta necessità di rendere più chiari i veri costi di produzione del settore. Si è poi posto l’accento sulla tracciabilità. Si sono date spiegazioni certe nei confronti delle normative fitosanitarie, soprattutto sui passaporti, ai fini di cercare di aiutare le aziende per permettergli di prendere coscienza su quelle che sono le reali regole e come devono essere attuate.”

Un focus specifico si è messo sulle pratiche sleali e sul grandissimo lavoro di Coldiretti nei confronti del decreto legislativo 198, che riguarda le pratiche commerciali sleali nei rapporti tra imprese della filiera agroalimentare e prevede che i contratti di cessione di prodotti agricoli e alimentari debbano essere redatti secondo principi di trasparenza, correttezza, e proporzionalità delle prestazioni. Un decreto, questo, fortemente voluto da Coldiretti per tutelare agricoltori e produttori della filiera. “La legge 198/21, sulla scorta anche del rafforzamento avuto con il DL Agricoltura, enuncia chiaramente che non si può comprare a prezzi inferiori ai costi di produzione e come Coldiretti siamo pronti fin da adesso a mettere in evidenza tutti quei casi in cui la prepotenza del mercato mortifica il diritto a un giusto guadagno dell’impresa agricola a fronte del proprio rischio di impresa, costringendo addirittura a vendere in perdita”.

Inoltre, sulla questione degli abbruciamenti, al netto di quanto previsto nei singoli Regolamenti comunali di Polizia Rurale, Ciotta e Grenna sottolineano: “tutto ciò che è scarto vegetale delle lavorazioni agronomiche in campo, consolidato il fatto che non può più essere classificato come rifiuto, può essere bruciato ed utilizzato come ammendante sui propri terreni”.

Ciotta e Grenna hanno poi concluso: “Siamo soddisfatti di aver affrontato argomenti di attualità e di particolare rilevanza per il comparto. Condividere informazioni circa l’andamento generale del mercato e delle tendenze di produzione e di consumo, così come dar voce alla base associativa sono i veri concimi che permettono davvero di cambiare le cose e di mettere in luce opportunità e problematiche regionali specifiche su cui lavorare”.

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