Lettera al direttore

Paura!

Albissola Marina, abbattimento di cinghiali: spari vicino alle case

La denuncia dell'associazione sull'episodio avvenuto lunedì sera

cinghiali

Nel giorno di lunedì 10 luglio, verso le ore 22,00 circa ad Albissola Marina, tra via Massaro e Arzuffo, si è verificata una sparatoria che aveva come finalità l’uccisione di cinghiali che abitano la zona. Alcuni abitanti di questo luogo sentendo rumori di spari improvvisi si sono spaventati e una volta presa coscienza della pericolosità della situazione sono stati costretti a rifugiarsi in casa, alcuni richiamando velocemente anche i cani che con loro convivono e che serenamente stavano in giardino. A chi invece si affacciava sul proprio balcone per comprendere la situazione, gli veniva malamente intimato, da parte di uomini armati, di rientrare nella propria abitazione in quanto la situazione era pericolosa.

La situazione era realmente molto pericolosa e non si comprende come sia possibile mettere in atto una sparatoria in un centro abitato senza minimamente avvisare chi lo abita e chi potrebbe decidere di passare per un giro serale che si può morire perché raggiunti da un colpo d’arma da fuoco. A prescindere dal fatto che siamo assolutamente contrari ad ogni forma di oppressione e uccisione per motivi principalmente etici, ma anche scientifici e biologici, vogliamo ricordare che negli ultimi 10 anni a causa delle armi da fuoco impiegate per gli abbattimenti in Italia abbiamo superato, per gli animali umani, i 200 morti e i 680 feriti.

Come è possibile che si organizzi l’uccisione di esseri viventi con armi da fuoco senza rendere sicura l’area con cartelli e delimitandola per l’incolumità pubblica dal momento che la legge cita: – l’art. 703 del codice penale “Accensioni ed esplosioni pericolose” punisce penalmente chi in un luogo abitato o nelle sue adiacenze o lungo una pubblica via o in direzione di essa spara con armi da fuoco. -all’art. 21, lett. f), della legge 11 febbraio 1992 n. 157, che punisce con la sanzione amministrativa la violazione del divieto di sparare da distanza inferiore ai centocinquanta metri con armi ad anima liscia (o da distanza corrispondente ad una volta e mezzo la gittata massima nel caso di uso di armi diverse) in direzione di immobili, fabbricati adibiti ad abitazione o luoghi di lavoro, strade ferrate o carrozzabili

Persino il decreto del commissario alla peste suina Vincenzo Caputo afferma: Ordinanza n. 2/2024 – Articolo 3 – “… Le procedure per la cattura e l’abbattimento degli animali devono essere documentate e applicate nel rispetto delle norme di settore vigenti”… Inoltre non si comprende come sia possibile che non solo non siano stati avvisati gli abitanti di queste vie, non solo non sono stati apposti avvisi e non sia stata messa in sicurezza la zona, ma come non sia stato avvisato il primo cittadino responsabile della sicurezza pubblica, il sindaco. Se poi tutto questo è stato messo in atto per contenere il virus della PSA, come mai sono stati lasciati sul suolo pubblico enormi chiazze di sangue che hanno poi lavato coscienziosi cittadini già provati dalla sparatoria e che non voglio avere davanti agli occhi i segni di una mattanza assurda che tra l’altro ha tolto la vita a chi li abitava senza importunare nessuno, dal momento che lo stesso DPCM Caputo cita: Articolo 4 – “…Trasporto del cinghiale dal luogo di abbattimento a una struttura identificata…Eventuali parti di carcassa che si ritrovassero sul terreno devono essere rimosse e l’area disinfettata utilizzando disinfettanti di provata efficacia (principi attivi elencati nel Manuale operativo delle pesti suine e nell’allegato 4 della presente ordinanza). La carcassa deve essere trasportata intera e in sicurezza direttamente in una struttura identificata all’interno della stessa zona di restrizione in cui l’animale è stato abbattuto (punto di raccolta delle carcasse, centro di raccolta carcasse, centro lavorazione selvaggina o casa di caccia) evitando ogni percolazione di liquidi e in particolare del sangue…”.

Dal momento che riteniamo che ciò che è avvenuto la sera di lunedì 10 luglio sia un fatto gravissimo che ha messo in pericolo la vita dei cittadini, oltre che abbia portato alla morte di animali che abitavano tranquillamente il loro territorio, alla luce delle centinaia di morti e feriti che già sono stati vittime delle armi a scopo venatorio e di controllo faunistico e dimostrando che sul nostro territorio non ci sono le distanze di legge per permettere azioni di sparo, chiediamo spiegazioni sull’accaduto e la sospensione di queste pratiche senza senso etico, scientifico e biologico.

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