Protesta

Cup Liguria, Uil: “Numero a pagamento? Una vergogna alle spalle dei cittadini”

Il costo del servizio è di circa 2 milioni di euro l'anno. Eccessivo e superato, secondo la Regione, ma c'è l'affondo del sindacato ligure

Cup Liguria

Genova. Dal prossimo agosto entrerà in funzione il nuovo numero a pagamento del call center CUP Liguria, con un costo variabile in base al piano tariffario dei singoli utenti.

“Si tratta dell’ennesima dimostrazione della distanza ormai incolmabile tra politica e cittadini – commenta Emanuele Ronzoni, commissario straordinario della Uil Liguria – Quella che partirà dal primo di agosto è semplicemente un’ingiustizia: utenti spesso fragili e già in notevole difficoltà saranno costretti a pagare di tasca propria per accedere a un diritto garantito dalla Costituzione”.

“Non è pensabile additare come attenuante il fatto che passando dalle app il servizio sia gratuito, o che ormai molte persone godano di chiamate illimitate sui propri piani telefonici: la politica deve pensare a tutelare tutta la cittadinanza, e specialmente chi, come gli anziani, deve affrontare un divario digitale”.

“Leggiamo che la Liguria segue l’esempio di altre regioni: se questo è un assaggio della tanto decantata autonomia differenziata, non osiamo pensare al resto” conclude l’esponente sindacale.

Il passaggio da numero verde a numero ‘nero’ del Cup-Centro Unificato Prenotazioni sanitarie è stato deciso considerando i costi per il sistema sanitario, nell’interesse del cittadino. A dimostrazione di questo, c’è il fatto che molte regioni italiane (Friuli, Toscana, Lazio, etc) abbiano già adottato questo cambiamento e altre siano in procinto di farlo.

Il numero verde ha un costo medio annuo di circa 2 milioni di euro, fanno sapere dalla Regione, e per questo tipo di servizi “si può considerare superato: l’offerta commerciale telefonica rivolta agli utenti negli ultimi anni prevede infatti, per la quasi totalità dei contratti sottoscritti, chiamate illimitate per numero e durata a fronte di un canone mensile fisso e contenuto”.

“Liguria Digitale, inoltre, da anni sta potenziando i servizi attraverso i quali le prenotazioni di visite ed esami si possono fare in modo semplice e sicuro attraverso il web o le applicazioni per smartphone – prosegue la Regione – in particolare, è stata recentemente attivata Salute Simplex, un’unica piattaforma nella quale si trovano i servizi della sanità ligure, compresi quelli della prenotazione di visite ed esami”.

La disattivazione del numero verde è prevista dal primo agosto 2024 e viene preceduta, in tutto il mese di luglio, da un periodo durante il quale alla selezione del numero verde risponderà un messaggio automatico nel quale si comunica il nuovo numero da contattare. A partire da agosto, oltre all’attivazione del nuovo servizio telefonico Cup, con il call center che continuerà a operare a piene funzioni, chi chiama il vecchio numero verde, ascolterà la risposta di un ulteriore messaggio automatico per comunicare il nuovo numero. Questo messaggio avrà un costo di mezzo centesimo a chiamata. Progressivamente l’utilizzo del vecchio numero verde andrà via via azzerandosi.

Ma il sindacato ligure rincara: “In barba alla Costituzione, questa novità colpirà migliaia di persone che avranno bisogno di assistenza. Complimenti, cara Regione Liguria: la Uil Pensionati Liguria apprende dalla stampa della rivoluzione-involuzione del numero verde per le chiamate ai Cup per prenotazioni di esami e visite – spiega Alba Lizzambri, segretaria generale Uil Pensionati Liguria – Una novità che non ci entusiasma, anzi, ci preoccupa”.

“Le persone più anziane vengono in questo caso discriminate perché verranno invitate dal 1 agosto dalla Regione Liguria ad accedere al portale informatico Salute Simplex o a un numero a pagamento. Sembra tutto semplice ma non si tiene conto del divario digitale che affligge la popolazione più anziana che, invece, sarà costretta a pagare una telefonata per esercitare il suo diritto alla salute. Il servizio pubblico non può essere divisivo ma deve sforzarsi di essere inclusivo, soprattutto con le fasce più deboli che, spesso, comprendono le persone con più di 65 anni” conclude.

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