Lettera al direttore

Lettera

Pallavolo in riva al mare, la rabbia di un turista: “Rete vietata, così i giovani non verranno più a Laigueglia”

“Dall’anno scorso il Comune ha vietato la possibilità di montare le reti in acqua, vorrei capire dal sindaco le motivazioni”

Generico luglio 2024

Riceviamo e pubblichiamo la lettera integrale di un turista. 

Scrivo questa mail come testimonianza di quanto la politica sia distante dalle famiglie e dai giovani. Mi chiamo Simone, ho 55 anni e da una vita trascorro le vacanze nel ponente ligure.

Ho una piccola casetta nell’entroterra andorese e, da quando sono nato, faccio interminabili code per passare un week-end o qualche settimana a Conna, un paesino arroccato dove non c’è nulla, neanche acqua negli ultimi due anni. Le lunghe giornate estive le passo in spiaggia a Laigueglia, dopo aver perso parecchio tempo a cercare parcheggio, e mi rilasso ai Bagni Pino. Dapprima da ragazzo, poi da adulto e infine da papà di due figli ormai grandi di 24 e 20 anni.

Da ragazzo passavamo il tempo a giocare a biglie e a fare falò sulla spiaggia (oggi entrambe le attività sono vietate). Da giovane padre giocavo con le formine e i castelli di sabbia con i miei figli. Quando sono cresciuti, diventava sempre più difficile trovare qualcosa da fare insieme.

Mia figlia si è appassionata alla pallavolo e abbiamo cominciato ad allenarci sul bagnasciuga. Con un po’ di ingegno, ho montato una rete da pallavolo artigianale in acqua per far giocare adulti e ragazzi insieme. Nel tempo quella rudimentale rete si è evoluta, con picchetti sempre più ingegnosi e una stabilità davvero strabiliante. È diventata un luogo di incontro per chiunque avesse voglia di stare insieme. I ragazzi sono cresciuti giocando tutto il giorno con quella rete. Per 15 anni è stata montata all’inizio della stagione e ha permesso la nascita di amicizie, amori e rapporti tra adulti e ragazzi. È stata una delle poche attività salutari che si potessero svolgere durante il giorno, visto che, mi spiace dirlo, la Liguria e i liguri offrono ben poco ai turisti, giustificati dalla presenza di un mare molto bello e di turisti stranieri. Altri stabilimenti hanno imitato la mia iniziativa ed era davvero bello passare sulla passeggiata fronte mare e vedere intere compagnie di ragazzi e adulti avvicendarsi in interminabili partite e tornei.

Tutto questo purtroppo è terminato l’anno scorso, quando il Comune di Laigueglia ha redatto una direttiva che vieta la possibilità di montare reti in acqua. Ora è permesso solo con un permesso di occupazione di luogo pubblico, che prevede una SCIA con direttore dei lavori, certificatore, assicurazioni, pagamento di 2500 euro e certificazione dei materiali. In pratica, in politichese, ha vietato l’uso delle reti da pallavolo in acqua. Così sono spariti i giovani dalle spiagge e quei pochi che scendono ad ore decenti non sanno cosa fare.

Il weekend scorso parecchi ragazzi che giocavano con me mi hanno chiesto se potessi fare qualcosa. Dopo aver interpellato la Capitaneria di Porto, che mi ha rimbalzato al Comune, e il Comune, che mi ha detto di aver interpellato la Regione ed eseguito quanto questa aveva suggerito, terminando la telefonata dicendo che aveva cose molto più importanti da discutere, non mi rimane che scrivere questa mail per sensibilizzare i giornali locali. Questo non cambierà certo le cose; i giovani non verranno più a Laigueglia (ma questo non interessa al Comune perché è piena di turisti stranieri), ma se venisse pubblicata la mia lettera almeno potrei condividere con i lettori il mio sdegno e forse fare vergognare qualche sindaco o assessore.

Quest’anno mi piacerebbe essere ricevuto dal sindaco per capire le motivazioni del divieto, ma so che non accadrà. Se i ragazzi mi daranno una mano, sono disposto a fare una disubbidienza sociale e riprendere a montare la rete, pagando eventuali multe. Scusate lo sfogo, ma credo non sia accettabile che le persone che riempiono le attività produttive di Laigueglia vengano trattate in questo modo. Vivo in un paesino senza acqua, pago parecchio per la spiaggia e il cibo, non trovo dove parcheggiare la mia auto, ma nonostante tutto amo la Liguria, ho cresciuto i miei figli qui in estate e voglio combattere per avere un po’ di giustizia.

Non so se questa lettera è per voi degna di pubblicazione, ma vi sarei molto grato se mi aiutaste in questa mia battaglia per i giovani di Laigueglia.

In attesa di un vostro gentile riscontro, vi porgo i miei più cordiali saluti.

Simone

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