Eccellenza

Pietra Ligure, Filadelli: “Consapevoli di essere forti, ma nessuna ossessione Serie D”

Un lungo punto con il dg biancoceleste: "Se poi il miglioramento sarà così importante da portare un risultato storico, lo prendiamo e lo portiamo a casa"

Generico luglio 2024

Pietra Ligure. Dopo la vittoria della Promozione di due anni fa, l’anno scorso il Pietra è tornato in Eccellenza ed è arrivato fino alla semifinale dei playoff regionali contro la Cairese. Idee chiare, tanta qualità e uno spirito collettivo da squadra affamata.

Per questa stagione tutti gli addetti ai lavori mettono i biancocelesti in una posizione di vantaggio sulla griglia di partenza. Ma il direttore generale Luca Filadelli è fermo sulla sua idea: “Siamo consapevoli di avere una squadra forte, ma nessuna ossessione Serie D”.

Direttore, si avvicina il periodo di preparazione per la prossima stagione

Io viaggio sempre con un criterio: l’anno che inizia deve avere come obiettivo il miglioramento di quello precedente. Ci sono annate in cui farlo è facile, altre in cui è molto difficile. Sicuramente quella che andremo ad affrontare sarà un’annata in cui sarà molto difficile migliorare. Ma, nella consapevolezza dell’obiettivo da raggiungere, non abbiamo potuto lasciare nulla al caso. Sappiamo e crediamo di avere un gruppo di ragazzi estremamente competitivo in questa categoria. Abbiamo cercato di fare qualche aggiustamento, pochi ritocchi ma di peso. Abbiamo dovuto intervenire sul reparto Under a causa di un cambiamento di regola che in pochi si sarebbero aspettati in questi termini. Avevamo delle certezze con i nostri 2004, però queste aspettative sono state stravolte. Rispetto la scelta, ci siamo messi al lavoro. E poi ci siamo messi alla ricerca dei profili adatti per migliorare questo organico. Abbiamo avuto un’uscita messa in preventivo, ovvero quella di Anich. Ci eravamo detti che il rapporto sarebbe durato un anno e ci siamo lasciati in splendidi rapporti. Sostituirlo non è stato facile ma è arrivato Faedo, un giocatore molto importante e che ha grande esperienza. E davanti è arrivato il migliore attaccante che potessimo prendere. Anzi, non si credeva neanche che potessimo prenderlo.

Quello di Santiago Sogno è probabilmente il colpo dell’estate. Qual è la storia di questa trattativa?

La trattativa fondamentalmente è nata e si è conclusa in pochissimi giorni. Che il Pietra Ligure volesse fare un pensiero su Sogno lo si era detto in tutti i bar della zona. Ma di reale non c’era assolutamente niente. Fondamentalmente la dimensione di un acquisto come quello di Sogno non è mai stata presa in considerazione a Pietra. Ma se non si prova a fare una cosa, non arriva. In secondo luogo, c’erano delle tempistiche da rispettare. Io dico che tutti possono chiamare tutti, non esiste offendersi perché gli si chiama un giocatore. Il mercato è libero fino alla firma. Ma penso anche che vada rispettata una società che si stava giocando ancora un obiettivo importante. Non nego di averlo sentito appena di ritorno del viaggio da Terni. Volevo capire la fattibilità della cosa, se fosse un sogno di mezza estate o una cosa concreta. Già il lunedì ho capito che si poteva fare. Ho percepito da Santiago una vera voglia di unirsi a noi e mettersi in gioco. Non mi aspettavo una rapidità del genere per accordarci, siamo tutti contenti. Siamo passati da periodi dove nessuno voleva giocare a Pietra Ligure. E noi facevamo le cose allo stesso modo. Non abbiamo mai cambiato la nostra dimensione. Abbiamo creduto in un modo di fare, in ogni situazione, facendo tutto più professionalmente possibile. Dall’inizio della stagione in Promozione, dopo aver toccato il fondo, i vantaggi sono venuti fuori con grande prorompenza.

La squadra ora è completa?

Sì ma per generare la giusta concorrenza in tutti i ruoli, se ci sarà l’opportunità, si potrà fare un pensiero per fare qualcosa nel reparto difensivo o di centrocampo. Questo con il conseguente slittamento di uno dei nostri giocatori che possono fare i due ruoli, o dietro o in mezzo. Abbiamo già chiuso l’ultimo Under che annunceremo settimana prossima. Trovare un difensore che voglia andare in competizione con altri consolidati non è facile. Potremmo fare un pensiero a centrocampo se trovassimo un giocatore che abbia caratteristiche diverse rispetto a quelli che abbiamo già. Tutto senza alcun assillo: può arrivare domani, a metà agosto o non arrivare.

Continuità biennale al lavoro di Matteo Cocco 

Matteo sa di essere in un posto dove si può lavorare bene. Conosce tutto di qua e penso che anche per lui sia la stagione della reale conferma, quella più difficile per dimostrare al sistema che abbiamo intorno che è un allenatore di quel livello. Allenatore preparatissimo, bisogna dargli del tempo prima di poterlo definire tra i più bravi della categoria. La gavetta è importantissima. Ma le sue qualità le conosciamo tutti, nessuno le conosce come noi che siamo qui dentro. Ha le qualità per diventare un grande allenatore. È talmente giovane che non deve porsi alcun limite, sia in alto sia in basso. Lo vedo tranquillo e motivato, sono sicuro che saprà dire la sua. Adesso si è un po’ riposato, ora tocca a lui.

Per te, invece, un rinnovo triennale

Non c’era neppure il bisogno di farlo. In quel momento lì quello che sarebbe diventato il nuovo presidente ha creduto che si dovesse lanciare un segnale importante di continuità in un momento in cui ci si stava predisponendo al cambiamento. Ma io qui sto bene, mi sento a mio agio. Vedo pochissime realtà di livello superiore al Pietra Ligure. Sono nel posto in cui voglio essere. Per me con questa società non esistono firme, c’è un rapporto che va al di là di tutto questo. La fiducia datami negli ultimi sei anni è un qualcosa che non dimenticherò mai. Mi sento proprio a casa, lunga vita a questo binomio. Lo dico oggi e spero di non essere smentito: difficilmente mi vedo lontano da qui.

Come vedi i cambiamenti societari di quest’estate?

Una presidenza che porta della continuità, ma al suo interno qualche elemento di discontinuità. Fin dal primo giorno il presidente Gino Ricciardi e suo figlio mi hanno fatto capire di voler far le cose in maniera molto ordinata, mettendomi anche qualche pressione addosso rispetto al passato. Ci siamo dati tutti dei paletti per coltivare ognuno il proprio orticello nella maniera migliore possibile. Successivamente è entrato un secondo vice presidente, Massimo Spotorno, che è un grande amico del presidente e figura fondamentale nel Pietra precedente al mio ingresso e lo è tuttora. C’è tanto entusiasmo all’interno della società, soprattutto grazie a quello debordante che porta Mattia Ricciardi. È veramente sul pezzo e vive il Pietra Ligure con il senso di responsabilità che porta il suo ruolo. Tutti possiamo dare una grande mano alla nostra società.

E su quelli riguardanti il Settore Giovanile? Sembra che siano stati fatti ulteriori passi in avanti rispetto al passato

Sull’argomento Settore Giovanile si tocca un nervo scoperto. Spesso si tende a vedere due entità separate. Qua si parla del Pietra Ligure. La differenza è che nel calcio dei grandi è facile fare il salto di qualità dall’oggi al domani. Perché anche senza una grande programmazione si spendono un sacco di soldi e tutto va bene, cosa che a Pietra non è mai stato fatto. Bisogna darsi del tempo quando si parla di Settore Giovanile. Cinque anni fa con Fabrizio Rovere abbiamo intrapreso un percorso e ci siamo detti di fare in modo di cominciare a vedere i miglioramenti nel giro di qualche anno. Già al primo anno ce n’erano stati. Quest’anno ho la sensazione di avere un parco allenatori di un certo tipo e una buona adesione che si vede già dagli Open Days. Un esempio è avere un allenatore di livello come Sandro Ghillino, che per me è come aver preso Sogno in Prima Squadra. Si sta facendo quello che si deve fare e c’è entusiasmo ma noi non siamo cambiati di una virgola: siamo gli stessi di cinque anni fa.

Quanto sarà importante generare ancora più entusiasmo in vista di una stagione particolarmente sentita come quella che sta arrivando?

L’entusiasmo sta alla base di tutto. A Pietra Ligure gioca tanta gente del posto. Qualche anno fa ho detto che i migliori giocatori della zona devono giocare a Pietra Ligure. Questo ne è il ritratto. Così si porta gente al campo e si crea un sistema che genera seguito e interesse. È tutto una conseguenza. La territorialità nelle scelte è fondamentale nel nostro mondo. Vedere le tribune piene è ancora più importante. Guardare una partita di calcio durante il COVID era terribile, sembravano delle amichevole. Così come vedere una partita con venti persone in tribuna. Io il giorno dopo che abbiamo perso in casa contro la Cairese ho mandato un messaggio alla squadra inoltrandole una foto fatta dal campo. Ho detto loro che avremmo anche perso, ma se c’era tutta questa gente evidentemente qualcosa di buono è stato fatto. Se si guarda il campionato dell’ottava/nona partita in poi, questa squadra ha viaggiato a ritmi da prima o seconda della classe. Ma si deve dire che esiste una prima parte di campionato. Arrivavamo da un anno in Promozione e grandi cambiamenti durante l’estate. L’inizio zoppicante faceva parte del gioco. C’era poca conoscenza del valore di questa squadra. Noi abbiamo fatto il campionato che era nelle nostre corde, non è stato un miracolo.

Elia Zunino vi ha già messo al primo posto….

Elia insieme a Rovere e Insolito è il giocatore che più ha fatto il bene di questa società negli ultimi tempi. Ha fatto 63 gol, sarà presto superato da Gimmy che è a -2. È uno dei nostri, come lo posso dire di Bottino o di Baracco. Quando abbiamo rifatto i corridoi abbiamo messo le loro foto tra chi ha scritto la storia del Pietra. Lui lo dice per considerazione dell’ambiente e per affetto.

Domanda diretta: la Serie D è l’obiettivo del Pietra Ligure per la stagione 2024-2025?

Vogliamo migliorare il campionato scorso: abbiamo fatto quarti a 51 punti. Per me tutto quello che è inferiore al terzo posto e i 52 punti non mi fa dormire perché vorrebbe dire non aver migliorato. Ma sulla questione Serie D non cambio idea: il giorno in cui il Pietra Ligure, senza fare il mercato delle figurine, parte dicendo di voler andare in Serie D allora siamo morti. Non possiamo puntare alla Serie D, ma porci l’obiettivo di migliorarci. Se poi il miglioramento sarà così costante e importante da portare un risultato storico, lo prendiamo e lo portiamo a casa. Ci saranno momenti molto duri durante l’annata e non dobbiamo avere l’ossessione di vincere per forza, ci porterebbe fuori dalla retta via. L’anno scorso nessuno ci considerava, mentre quest’anno qualcuno un po’ di pressione proverà a mettercela addosso. Non voglio nascondermi, sappiamo di avere una squadra forte e l’ho detto subito dopo la partita contro la Cairese. Da grande parte di questo gruppo abbiamo visto ancora poco rispetto alle loro potenzialità.

 

 

Vuoi leggere IVG.it senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.