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Sanità, in Liguria le “fughe” dei pazienti pesano quasi 70 milioni

Peggiora il saldo della mobilità. La Corte dei conti: "Necessario migliorare l'attrattività del sistema sanitario". Ma ai privati finora è stata assegnata una sola gara

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Liguria. Peggiora il saldo della mobilità sanitaria in Liguria. Nel 2023 la differenza in termini economici tra le fughe dei pazienti verso altre regioni e quelli che scelgono i nostri ospedali per curarsi rimane nettamente negativa: 69,52 milioni di euro contro i 51,49 milioni del 2022 e i 46,29 milioni del 2021. A certificarlo è la relazione della Corte dei conti sul rendiconto generale dell’ente.

La magistratura contabile, che ieri ha dato il via libera al bilancio della Regione con la solita eccezione sulla cartolarizzazione di Arte avviata dalla giunta Burlando, evidenzia la “necessità di migliorare l’attrattività del sistema sanitario ligure o di ridurre le fughe dei pazienti verso altre regioni (al netto dei casi, peraltro percentualmente rilevanti, ritenuti fisiologici dal ministero della Salute) o, ancora, di stipulare accordi con le regioni confinanti per contenere l’onere finanziario”.

Ed è questo l’obiettivo degli affidamenti ai privati che la Regione aveva iniziato a programmare alla fine del 2023, ma che scontano già diversi ritardi rispetto alle dichiarazioni del presidente Giovanni Toti. Finora l’unica gara assegnata, con un provvedimento di inizio marzo, risulta quella per la diagnostica per immagini, con un budget da 7,4 milioni di euro. Si attende ancora l’aggiudicazione per la manifestazione di interesse da 3,8 milioni sulla chirurgia cardiovascolare, alla quale si è presentato solo un soggetto, l’Iclas di Rapallo.

E sarà bandita probabilmente dopo l’estate quella per la chirurgia ortopedica, la fetta più sostanziosa (14,4 milioni di cui 7,1 già deliberati l’anno scorso) nonché la specialità che incide di più sulla mobilità passiva. L’obiettivo dell’assessore Angelo Gratarola è incentivare le aziende private perché riescano a riportare in Liguria i professionisti più accreditati che oggi operano in Lombardia. Dopo settembre, poi, potrebbe arrivare un nuovo bando per la diagnostica, dato che l’obiettivo della Regione era triplicare le risorse ai privati per arrivare a 360mila prestazioni aggiuntive in un anno e mezzo. C’è l’ipotesi di un’ulteriore procedura per la chirurgia generale, ma è ancora da quantificare.

Nel 2023 gli impegni per la spesa sanitaria della Regione Liguria hanno raggiunto i 4,23 miliardi di euro attestandosi al 78% di quelli complessivi. Il disavanzo ha toccato i 74,77 milioni (coperto dalla Regione principalmente con una manovra di bilancio lo scorso aprile) ma rischia di essere ancora più alto alla fine del 2024. Una patata bollente che la giunta, retta ora dal presidente ad interim Alessandro Piana, si trova a dover gestire dopo aver promesso che non ci saranno né aumenti di tasse né tagli ai servizi.

I fari della Corte dei conti si sono accesi su un’altra questione. Nel 2023, attuando quanto previsto da una legge regionale del 2006, l’ente di piazza De Ferrari ha finanziato Arpal con 20 milioni di euro a valere sul fondo sanitario regionale (su un totale di 23 milioni di finanziamenti istituzionali) che corrispondono a circa due terzi del valore della produzione. “È evidente – ha rilevato il procuratore generale Roberto Leoni – che le molteplici attività svolte dall’agenzia non possano essere ricondotte in così ampia misura ad attività sanitarie”. E soprattutto “manca un preciso riferimento alla riconducibilità al perimetro sanitario della spesa sostenuta dalla Regione a mezzo del finanziamento erogato”. Per questo motivo la Procura aveva chiesto di negare la parificazione e di interpellare la Corte costituzionale, richiesta tuttavia negata dalla sezione di controllo.

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