Botte e risposte

Savona, la minoranza chiede di nuovo la riapertura alle auto della prima parte di corso Italia: la maggioranza respinge

Orsi: "Chiusa solo per appuntarsi una stelletta da ambientalisti". Di Padova replica ironica: "Una discussione che ci fa sembrare vestiti con abiti del 1800"

Savona corso Italia pedonalizzato pedonale

Savona. Riapertura alle auto del tratto di corso Italia pedonalizzato ormai quasi un anno e mezzo fa, quello che va da via dei Vegerio a via Paleocapa, prima che l’intervento di riqualificazione lo renda “impossibile” (o quantomeno decisamente più complicato e costoso). E’ la mozione presentata oggi dalla minoranza in consiglio a Savona, e prontamente respinta dalla maggioranza. Per la terza volta, ormai, da quando la strada è stata chiusa.

A illustrare la mozione è stata Fabio Orsi, Pensierolibero.zero: “Non ci rassegniamo al fatto che quel tratto di corso Italia è stato chiuso senza pensare alle ripercussioni che ciò avrebbe comportato. E’ stato chiuso per appuntarsi una ‘stelletta’ da ambientalisti senza considerare che l’ambiente e la qualità della vita dei cittadini savonesi ne avrebbero risentito. Ed è stato chiuso come ‘primo passo’ anziché al termine di un percorso per valutare pro e contro, ben 15 mesi prima di commissionare lo studio che avrebbe dovuto stabilire se quella strada andava chiusa”. Sotto accusa anche l’azienda che si occuperà di redigere il nuovo Pums, Sintagma: “Hanno detto che piazza Mameli ha 4 ingressi e una uscita, se chi deve redigere quel piano inizia così ho poca fiducia che sappiamo di cosa stiamo parlando…”.

Un attacco diretto e circostanziato a cui hanno fatto eco quelli della collega Daniela Giaccardi (“Qui si è cominciato dal tetto invece che dalle fondamenta”), Manuel Meles, M5S (“Qualunque processo di pedonalizzazione avrebbe dovuto seguire il percorso inverso rispetto a quello attuato”) e dell’ex candidato sindaco Angelo Schirru (“E’ stata un po’ come una operazione d’urgenza quando però non c’era alcuna urgenza”).

La risposta dei consiglieri di maggioranza è stata altrettanto netta, con Luigi Lanza (Sinistra per Savona) ad accusare gli avversari di “lanciarsi in affermazioni non suffragate dai dati”, parlando di “battaglia di retroguardia”. Per Massimiliano Carpano (RiformiAmo Savona) fondamentale ‘assunzione del mobility manager, per Marco Lima invece è necessario un cambio di abitudini e mentalità.

Paolo Apicella ha ricordato il proprio operato da assessore durante la giunta Berruti e contestato le ragioni della mozione: “Noi siamo qui per amministrare, mentre c’è una parte di opposizione che, avendo perso la speranza di farlo, non ragiona più sul futuro della città. Ricordo quando alcuni di loro (durante la giunta Caprioglio, ndr) si lamentavano che l’amministrazione era troppo ferma… Quando si amministra si fanno scelte coraggiose e ci si mette la faccia, come hanno fatto a suo tempo Arecco, Santi e Scaramuzza. Quando ero assessore introdussi i parcheggi a pagamento: pensate che non mi sia preso delle sberle? Ma noi dobbiamo agire per il bene dei cittadini, non seguendo il loro dissenso“.

Un intervento che ha portato Massimo Arecco (FdI) a ricordare il suo tentativo, quando era assessore all’Urbanistica, di stilare un nuovo piano del traffico, non risparmiando un attacco ai suoi (ex e attuali) colleghi: “Le parole di Apicella hanno un po’ riaperto emozioni, dolori e ferite. Era presente in Sala Rossa quando la mia maggioranza mi ha attaccato, e credo che una scena del genere non sia mai successa nella storia di questo Comune: io ero in imbarazzo per chi mi attaccava, perché i panni sporchi si lavano in casa… una maggioranza di quel tipo non poteva vincere le elezioni, ed era evidentissimo. Fu immaturità politica“.

A rintuzzare le critiche della minoranza è arrivato allora l’intervento del vicesindaco Elisa Di Padova, che non ha risparmiato frecciate ironiche agli avversari: “Una mozione non tempestiva. Nell’incontro di qualche settimana fa, Sintagma ha confermato una visione della mobilità assolutamente in linea con i nostri obiettivi di mandato: disincentivare l’uso del mezzo privato e al tempo stesso risolvere i nodi e le criticità del traffico in maniera ‘contemporanea’. Si tratta di indirizzi che ormai non possono nemmeno più essere considerati innovativi: siamo noi che, in questa sede, stiamo davvero facendo una discussione che, vista da fuori, ci fa sembrare vestiti con abiti del 1800…“.

Alla fine la votazione ha dato il risultato più ovvio: l’intera minoranza ad appoggiare la mozione di riapertura, l’intera maggioranza a respingerla per difendere quella pedonalizzazione.

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