Il caso

Disabile cacciata dalla spiaggia di Ceriale: insulti e minacce ai concessionari. Ecco perché il bagnino ha (formalmente) ragione

L’episodio risale all’11 luglio scorso, ma il video del bagnino che lancia la sedia di una coppia sta provocando effetti devastanti per l’attività. I titolari: “Continuamente diffamati, ma le cose stanno diversamente”

Ceriale. Lungomare di Ceriale, “Bagni Martini”. Ore 17.32. Il telefono suona. Il numero sul display è privato. Daniela Raviola risponde: “Pronto, Bagni Martini”. Dall’altra parte, la voce di una donna: “Sei quella che ha cacciato la signora disabile? Spero che la tua attività bruci”. Davanti alla signora Daniela, dietro al bancone del bar, c’è il marito Graziano Rozio: “Ancora?”.

Il caso vuole che chi scrive abbia assistito in diretta a questa scena, proprio mentre IVG stava raccogliendo la testimonianza dei titolari dei Bagni Martini, da qualche giorno finiti al centro della cronache nazionali a causa di un episodio avvenuto l’11 luglio scorso. Con questo articolo cerchiamo di fare chiarezza rispetto a questa vicenda, ormai diventa virale a causa di un video ripreso da un articolo del Corriere della Sera e per effetto del quale Daniela Raviola e Graziano Rozio devono fare i conti ogni giorno con chiamate anonime e messaggi pieni di insulti e minacce.

Ma procediamo con ordine e cerchiamo di capire che cosa è successo.

IL CASO

La storia si svolge tra l’8 e l’11 luglio scorso a Ceriale, ai Bagni Martini. Una coppia composta da marito e moglie (disabile) posiziona una sedia e pianta un ombrellone nei pressi della battigia, in un tratto di spiaggia che l’ordinanza balneare del Comune di Ceriale definisce “fascia di transito”, ovvero uno spazio dove – come recita l’art.8 (lettera d) del documento – “è vietato sostare, depositare materiale e/o oggetti di qualunque tipo (compresi effetti personali, indumenti, sedie a sdraio, ombrelloni, imbarcazioni di qualsiasi tipo, ecc”.

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La ratio della disposizione è quella di garantire che l’area resti sempre sgombra per permettere ai soccorritori di agire – in caso di necessità – senza intralci. Il divieto, quindi, non è a senso unico: non vale solo per i turisti/ospiti dei lidi, ma anche per i concessionari stessi. Anche perché in assenza di questa disposizione, i balneari potrebbero piantare ombrelloni ovunque senza limitazioni.

L’INTERVENTO DEL BAGNINO, LA CHIAMATA ALLE FORZE DELL’ORDINE

Il bagnino ha provato a chiedere con educazione ai due signori di andarsene perché non potevano restare lì con quell’attrezzatura – racconta Daniela Raviola -, ma il marito non ci ha sentito e in malo modo ha detto che non se ne sarebbe andato, ma che avrebbe aspettato le autorità competenti”. A quel punto i titolari dei Bagni Martini seguono il protocollo e chiamano le forze dell’ordine: “Abbiamo contattato la polizia locale, i carabinieri e la Capitaneria di Porto – sottolinea -, ma purtroppo in tutta la mattinata non si è presentato nessuno. Sicuramente saranno stati impegnati in situazioni più gravi di questa”.

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Marito e moglie restano nello spazio interdetto sino alle 12. Poco dopo, una gazzella dei carabinieri di Ceriale fa la sua comparsa:, ma a quel punto è troppo tardi: la coppia ha già lasciato il lido.

L’11 LUGLIO: LO SCONTRO DIRETTO

La scena dell’8 luglio si ripete giovedì 11 luglio. Stessa posto, stessa spiaggia, stesso mare. Ma questa volta sul trespolo dei Bagni Martini c’è un altro bagnino: “Quel giorno la signora era in piedi – racconta Raviola – quando il nostro bagnino, che sicuramente ha avuto una reazione esagerata, anche se memore dei precedenti, ha chiesto alla coppia di spostarsi perché si trovavano in una fascia di libero transito e non di sosta”.

Di fronte alla mancata collaborazione da parte dei due, il bagnino decide di spostare la sedia e l’ombrellone della coppia. Questa scena viene ripresa dal marito della donna e il video, diffuso sui social, diventa subito virale, tanto da essere ripreso anche da quotidiani nazionali del calibro del Corriere della Sera.

Il video

 

“A quel punto sono scesa in spiaggia – ricorda Daniela Raviola – e il signore mi è venuto a pochi centimetri dal viso per dirmi che non sarebbe mai andato se non con l’intervento delle forze dell’ordine”. Forze dell’ordine che in questo caso arrivano tempestivamente sul posto: “I carabinieri di Ceriale sono stati 4 ore sotto il sole per far capire a questo signore che non poteva stare lì. Il marito della signora richiesto anche l’intervento della Capitaneria di Porto e ha anche fatto chiamare i soccorsi dicendo che la moglie non stava bene”.

LA RESISTENZA

Ed effettivamente i militi del 118 arrivano in spiaggia, ma accade qualcosa: “Quando sono arrivati hanno subito capito che la signora non aveva alcun problema – spiega Daniela Raviola – e hanno preso atto che se fossero dovuti intervenire per un caso più grave l’ambulanza in quel momento si trovava impiegata in una situazione che non aveva necessità di esistere”. Due ore dopo i fatti, arriva sul posto anche la Capitaneria di Porto, i cui uomini ribadiscono alla coppia l’impossibilità di sostare nella fascia di libero transito.

Verso l’ora di pranzo in spiaggia sono presenti per questa situazione i carabinieri, gli uomini della Capitaneria di Porto e i militi del 118. Nonostante ciò, la coppia rivendica il proprio diritto a restare in quello spazio: “Il problema – conclude Raviola – si è protratto così a lungo anche perché questi due signori non sono stati nemmeno sanzionati. Se noi concessionari mettessimo un lettino in questa fascia, dove la sosta è vietata, siamo passibili di una sanzione che va oltre i mille euro. Questo coppia è rimasta lì per due giorni e nessuno li ha sanzionati”.

LE MINACCE

La storia potrebbe terminare qui, se non fosse che il video del bagnino che lancia la sedia della coppia sta facendo il giro del web, suscitando commenti indignati e accuse pesanti verso i titolari dei bagni. Quel video, però, non racconta tutta la storia, ma solo una parte di essa. Quel che è certo è che Daniela Raviola e Graziano Rozio da giorni continuano a ricevere chiamate anonime cariche di insulti e minacce. Una l’abbiamo ascoltata in diretta durante questa intervista, altre ne sono arrivate nei giorni precedenti e saranno oggetto di denuncia da parte dei due imprenditori.

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