Le cause

Attese al pronto soccorso del Santa Corona, Riccardi a IVG: “Emergenze da tutto il ponente ligure”. Cos’è il “boarding” e perché rallenta gli accessi

Il direttore del pronto soccorso pietrese: “Nostra organizzazione ha permesso di mantenere tempi di accesso in media con il 2023. Complice il caldo, quest’anno abbiamo registrato un aumento dei malati fragili, anziani, febbrili”

Pietra L./Albenga. Lunghe, interminabili attese al pronto soccorso di Pietra Ligure scatenano le lamentele dei pazienti, costretti a ore di attesa in sala. Estate 2024, la storia si ripete come ogni anno. Per gli operatori sanitari del nosocomio pietrese è ordinaria amministrazione, per i pazienti un incubo difficile da accettare. Ma perché si vengano a creare queste situazioni? In questo articolo, cerchiamo di fare luce su un aspetto fondamentale del problema, partendo da una domanda tanto semplice quanto complessa: cosa provoca davvero queste lunghe attese?

Ne abbiamo parlato con il dottor Alessandro Riccardi, direttore del PS Medicina d’Urgenza del Pronto Soccorso dell’ospedale Santa Corona di Pietra Ligure. 

Santa Corona Pronto Soccorso

Di origini genovesi, Riccardi è specialista in medicina interna. Ha lavorato per oltre 15 anni al pronto soccorso dell’ospedale San Paolo di Savona, prima di diventare direttore di struttura all’ASL Imperiese. Dal 2005 al 2010 è stato dirigente medico, dal 2010 al 2019 responsabile di struttura semplice con competenze in ecografia clinica d’urgenza presso il San Paolo, e infine, dal 2019 al 2022, dirigente con incarico di alta specializzazione in ecografia clinica d’urgenza. Da febbraio 2024 guida la struttura complessa del pronto soccorso e medicina d’urgenza dell’ospedale Santa Corona di Pietra Ligure.

Abbiamo chiesto a Riccardi di spiegarci come funziona l’instancabile macchina dell’emergenza, attiva 24 ore su 24 e chiamata a fornire risposte precise e tempestive per ogni caso, letteralmente ogni secondo.

Ogni estate, il pronto soccorso dell’ospedale Santa Corona di Pietra Ligure affronta un notevole aumento degli accessi, con conseguenti lamentele dell’utenza per le lunghe attese. Quali sono le cause di questi ritardi? Le operazioni di “boarding” contribuiscono a rallentare il servizio? Esistono soluzioni praticabili per diminuire il sovraffollamento delle sale d’attesa?

“Spiegare perché si debba attendere in pronto soccorso non è mai facile, e del resto la stessa Agenas ha interpretato in modo non del tutto corretto gli accessi dei codici minori, parlando di ‘accessi inappropriati’ – spiega Riccardi -. Anni di esperienza in questo mondo e di attività con la SIMEU mi ha insegnato che gli accessi impropri sono davvero limitati, perché anche il paziente con un codice minore spesso si reca in Pronto Soccorso perchè non ha trovato altre risposte o soluzioni”.

Il sovraffollamento del pronto soccorso pietrese è quindi inevitabile in determinati periodi dell’anno?

“Sì, è inevitabile che una struttura d’emergenza-urgenza come il PS del Santa Corona, che riceve emergenze da tutta la provincia savonese e da quella imperiese per traumi maggiori, ictus, emorragie acute, possa andare in affanno quando la popolazione decuplica, come accade nel periodo estivo – precisa il direttore -. La nostra attuale organizzazione, però, ha permesso di mantenere tempi di accesso (dall’arrivo in triage all’apertura del medico) e di gestione (dall’apertura medica alla chiusura sia come dimissione che come ricovero) in media con quelli dello scorso anno, a fronte di un aumento degli accessi e, soprattutto, della loro complessità. Questa estate abbiamo infatti osservato un netto aumento di malati fragili, anziani, febbrili, con problematiche mediche maggiori, a differenza di quanto accaduto nelle estati precedenti, in cui ad aumentare era per lo più il flusso di pazienti a bassa complessità. Complice il caldo, probabile, o una stagione estiva che è esplosa in modo improvviso e tardivo, resta il fatto che la situazione è stata problematica”.

Veniamo al “boarding”. Per i non addetti ai lavori potrebbe essere solo “un altro inglesismo”, eppure è l’indiziato numero uno delle lunghe attese. Ci può spiegare di cosa si tratta?

“È un brutto termine tecnico, utilizzato per indicare il tempo di permamenza in PS tra la chiusura ed il ricovero effettivo, ed è connesso alla disparità tra i posti letto e i malati che necessitano di un ricovero – sottolinea Riccardi -. Il problema del boarding non è un problema locale, ma nazionale, presente su tutto il territorio, ed è legato all’invecchiamento della popolazione, e alla riorganizzazione delle cure ospedaliere, che si stanno in parte distribuendo sul territorio. Il boarding, come è noto, tende a rallentare l’attività del Pronto Soccorso: si è calcolato che ogni malato in attesa di posto letto rallenti di circa 15 minuti l’attesa di chi deve ancora essere visitato, perché il personale del Pronto Soccorso deve gestirlo, sottraendo tempo ad altra attività. Il problema è gestito sia dal Pronto Soccorso che dalla Direzione Medica Ospedaliera, con una organizzazione interna volta ad impedire che ritardi l’assistenza dei malati in attesa, e con la volontà di limitarlo il più possibile se non di eliminarlo”.

Per alleggerire il carico di lavoro del pronto soccorso di Pietra, ad Albenga è attivo un PPI per 12 ore al giorno, gestito dal 118. I dati a vostra disposizione mostrano se il PPI di Albenga sta effettivamente aiutando a ridurre il carico sul pronto soccorso pietrese? Se non è così, quale ruolo dovrebbe avere il Santa Maria di Misericordia per garantire un flusso meno intenso a Pietra durante le stagioni ad alta affluenza turistica?

Generico agosto 2024

“L’accesso ai punti di primo Intervento è riservato ai pazienti in autopresentazione – continua Riccardi -, con patologie a bassa complessità per dare risposta a necessità sanitarie non urgenti. I 24 milioni di accessi in pronto soccorso in Italia ogni anno sono un dato allarmante, che sottolinea da un lato importanti necessità territoriali, e dall’altro una tendenza a considerare l’emergenza-urgenza come un riferimento per tutti i bisogni di salute. Serve quindi una revisione sociale e organizzativa per essere vincenti sul lungo periodo”.

Gli accessi impropri al pronto soccorso sono un problema anche per il Santa Corona. Come si può combattere questa “piaga” e educare i cittadini a utilizzare correttamente un servizio così fondamentale e delicato, che richiede una valutazione accurata e risposte tempestive?

“Come già accennato, non sono quasi mai i pazienti a presentarsi in modo improprio, piuttosto sono quasi sempre spinti da necessità che non hanno avuto risposte altrove in modo rapido. Si può, e si deve, spingere sull’appropriatezza nell’uso dei sistemi d’emergenza-urgenza, ma questo può avere successo se si riesce a potenziare in modo efficace l’assistenza territoriale, andando verso una de-ospedalizzazione delle cure”, evidenzia il direttore della struttura complessa. 

Arriviamo in conclusione. In questi anni, anche nel savonese si è parlato molto di Case di Comunità. Queste strutture possono davvero contribuire ad un alleggerimento del carico di lavoro dei PS come quello di Pietra?

“Le case di comunità rappresentano l’anello di una rete più ampia di assistenza territoriale e domiciliare, alla base di una riforma assistenziale che è ancora in essere. Credo che sia presto, per esprimere una opinione di impatto ed efficacia, ma un sistema territoriale funzionante e adattabile rappresenterebbe probabilmente un miglioramento anche per l’assistenza ospedaliera”, conclude Riccardi. 

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