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Corruzione in Liguria: Signorini verso un patteggiamento “tombale”, Toti e Spinelli alle prese con il magma delle intercettazioni

Verso un accordo con i pm per evitare il carcere e un processo 'bis': con il sequestro preventivo la Procura gli ha pignorato parte degli ultimi stipendi prima del licenziamento

signorini toti spinelli

Liguria. Si aprirà tra sessanta giorni il processo per corruzione contro l’ex governatore Giovanni Toti, l’imprenditore Aldo Spinelli e l’ex presidente del porto di Genova e Savona ed ex ad di Iren Paolo Signorini. Mentre gli avvocati dei primi due imputati stanno ascoltando senza sosta la marea di intercettazioni messe a loro disposizione della procura, i legali di Signorini stanno facendo le ultime valutazioni in vista del possibile – anzi probabile – patteggiamento del loro assistito.

Signorini verso un “patteggiamento tombale”

Il termine ultimo per accedere al rito alternativo è il 15 settembre. Dovrebbe trattarsi, in base alla legge, di un termine perentorio, vale a dire che agli avvocati Enrico e Mario Scopesi restano dieci giorni per decidere e concordare una pena con la Procura che poi dovrà ottenere l’ok del gip.

Quello che chiedono gli avvocati e su cui la Procura sarebbe disponibile a dare il via libera a certe condizioni è una “patteggiamento tombale”, che racchiuda quindi tutte le accuse nei confronti di Signorini, compresi i capi di imputazione e i fatti che non sono contestati nell’ordinanza di custodia cautelare del 7 maggio. Tra questi c’è il viaggio al casinò di Saint Vincent di questa primavera e c’è la consulenza da 200mila euro a Mauro Vianello, firmata da Signorini subito dopo la nomina ad ad di Iren.

Su questa consulenza il capo di imputazione non è stato ancora formulato: c’è stata un’iscrizione formale per corruzione, ma potrebbe essere contestata invece l’appropriazione indebita o l’abuso d’ufficio. Quest’ultimo reato è stato abolito dal decreto Nordio e per l’appropriazione indebita sarebbe stata necessaria la querela di Iren, querela che il Gruppo ha deciso di non presentare. A questo punto quell’episodio – pur apparentemente grave – e a meno che i pm non volessero configurare il più grave reato di peculato, non sarebbe in concreto nemmeno più imputabile a Signorini. E questo è uno degli aspetti che gli consentirebbe di patteggiare evitando di tornare in carcere e chiudendo così la sua parabola giudiziaria. Evitare il carcere per l’ex presidente del porto è fondamentale soprattutto in vista della necessità di trovare un nuovo impiego, visto che a differenza di Toti (già tornato a fare il giornalista) e dell’84enne Spinelli, Signorini dovrà capire come mantenersi dopo il licenziamento di Iren  e il conto in banca azzerato dai sequestri.

Insomma anche se ancora una possibile pena concordata non è stata ancora messa sul piatto, la soluzione sembra vicina e la prossima settimana potrebbe arrivare l’accordo.

Il pignoramento degli ultimi stipendi e il punto sugli altri sequestri preventivi

Per Aldo Spinelli il sequestro preventivo chiesto e ottenuto dalla Procura è andato a buon fine nel giro di pochi giorni. All’imprenditore portuale i finanzieri avevano trovato in casa circa 200mila euro in contanti sui 470mila euro da sequestrare. Il resto lo hanno reperito senza difficoltà nei conti bancari.

A Signorini invece la Procura doveva sequestrare, in base a quando disposto dalla giudice Paola Faggioni, circa 104mila euro, indebitamente percepiti soprattutto grazie ai viaggi e alle giocate al casinò pagate secondo l’accusa da Spinelli.

Di questi soldi la guardia di finanza aveva recuperato subito circa 30mila euro. Il resto è arrivato in questi mesi, grazie al pignoramento di parte dello stipendio (che ha percepito per Iren fino al licenziamento di luglio) e ad altri emolumenti ricevuti  dal gruppo.

Nessun sequestro è stato disposto – lo ricordiamo – nei confronti dell’ex presidente della Regione Giovanni Toti. In base a una recente sentenza della Cassazione infatti per procedere al sequestro preventivo di denaro che potrebbe essere provento di reato occorre dimostrare che sussiste il rischio che una volta arrivati alla condanna quel denaro (che a quel punto sarebbe definitivamente confiscato) non ci sia più. E così se nei confronti di Signorini è stato semplice dimostrare – come fanno le stesse intercettazioni – che aveva un continuo bisogno di soldi e per questo chiedeva prestiti agli amici e se per Spinelli c’era il rischio che il denaro potesse essere trasferito in conti all’estero, per Toti questo rischio  non è stato considerato come concreto. Nel caso venisse condannato, tuttavia, i giudici disporranno la confisca dei 74mila euro che secondo l’accusa ha ricevuto indebitamente da Spinelli, oltre alla quantificazione del prezzo dei passaggi pubblicitari pagati da Esselunga e trasmessi sul maxi schermo di Terrazza Colombo.

 

Gli avvocati e il magma delle intercettazioni: chiederanno proroga

Al netto che la decisione di non fare il processo ordinario ma di chiedere patteggiamento e abbreviato deve essere presa entro il 15 settembre (e Toti e Spinelli hanno detto chiaramente che andranno a processo), gli avvocati degli imputati hanno tempo invece fino al 25 settembre per sentire la marea di intercettazioni che la procura ha depositato in vista del processo e anche quelle non depositate – perché i pm Luca Monteverde e Federico Manotti non le hanno ritenute rilevanti ai fini dell’accusa – ma che gli avvocati hanno i diritto di ascoltare per trovare spunti utili alla difesa.

La faccenda è particolarmente complessa proprio per l’ex governatore visto che le intercettazioni negli uffici della Regione sono durate molto a lungo.  E quella videocamera h24 puntata sugli uffici ha ripreso praticamente tutto. Momenti di vuoto assoluto ma anche conversazioni e incontri pubblici e privati. Documenti processualmente irrilevanti per l’accusa che possono non esserlo per la difesa certo, visto che, come è nota, la linea difensiva di Toti è di aver aiutato tanti imprenditori, anche quelli che non hanno mai economicamente sostenuto il suo partito. Ma anche commenti politici tra i più svariati e squarci sul privato.  Video e intercettazioni fra l’altro non indicizzati e, come hanno confermato gli stessi avvocati, tocca “andare un po’ a caso” in una ricerca certamente lunga e faticosa.

Per questo è scontato che l’avvocato di Toti Stefano Savi e i legali di Spinelli Sandro Vaccaro e Andrea Vernazza chiederanno e otterranno una proroga per questa fase di ascolto, che non influirà però sull’inizio del processo, fissato al 5 novembre. Anche se la trascrizione delle intercettazioni da parte di un perito avrà poi come conseguenza quasi certa un suo successivo rinvio. Con che tempi che è ancora presto per saperlo.

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