Altare. Sono passati due anni dal 30 settembre 2022, da quando, a seguito del sopralluogo delle autorità competenti che hanno dichiarato pericolanti alcuni manufatti dell’ex Savam, è stata firmata dal sindaco Roberto Briano l’ordinanza di chiusura di via XXV Aprile e via Cesio, “blindando” il paese con un cantiere che solo pochi mesi fa ha preso il via.
Ventiquattro mesi di duro lavoro da parte dell’amministrazione comunale e di forti scontri con i residenti e le attività produttive, manifestazioni di protesta, cortei, e non sono mancati momenti di tensione.
Ora, 2 ottobre 2024, tutto è pronto, o quasi, per lasciarsi il periodo più buio alle spalle: la strada, via XXV Aprile, è stata infatti riaperta seppur a senso unico alternato regolato da un semaforo. Un traguardo davvero tanto atteso per la capitale vetraria savonese, la cui viabilità torna ad essere più agevole per tutti. (I bus Tpl effettueranno ancora il percorso precedente fino al 12 ottobre, ndr).
Da quel giorno sono stati numerosi gli intoppi che si sono susseguiti: prima il vincolo della Soprintendenza e il lassismo della proprietà, poi la dichiarazione di fallimento della Città del vetro e la presa in carico, un anno fa, da parte del Comune, degli interventi urgenti da effettuare per la messa in sicurezza del Forno San Rocco e il Forno Oscar dell’ex Savam.
E ancora l’attesa del materiale e i sopralluoghi tecnici sul cantiere che hanno bloccato i lavori, fino ad arrivare ad oggi con il completamento del primo intervento di messa in sicurezza.
“Senza una squadra che mi ha supportato in questi mesi sarebbe stato difficile resistere e superare i momenti di sconforto dovuti, spesso, a cause di forza maggiore – commenta il sindaco – Il principale ringraziamento va agli uffici comunali e ai tecnici che hanno seguito l’iter, siamo arrivati a buon punto, i lavori non sono ancora finiti ma in un paio di settimane la strada sarà aperta a doppio senso”.
E non manca una stoccata finale da parte del primo cittadino: “In questi due anni sono state numerose le contestazioni e le prese di posizione contraria alla soluzione del problema. Sono convinto che l’ex Savam non debba essere vista solo come un rudere ma è la nostra storia, le idee per riqualificarla non mancano e da soli non riusciamo a recuperare nulla, ma bisogna credere in un futuro. Cerchiamo di amare un po’ di più il nostro territorio.
A proposito della struttura, a fine mese scadrà la seconda asta (la prima è andata deserta) con una base di 750 mila euro per la sua acquisizione.