Giornata clou

Regionali 2024, finale col botto per la campagna elettorale: tutti i leader nazionali in piazza a Genova il 25 ottobre

Sfida a distanza Bucci-Orlando nell'ultimo giorno prima del silenzio elettorale, al via il "risiko" delle piazze tra scaramanzia e valutazioni numeriche

Generico ottobre 2024

Liguria. Si chiuderà col botto la campagna elettorale per le regionali in Liguria. Gli staff di entrambi i big in corsa per la presidenza della Regione, Marco Bucci e Andrea Orlando, stanno organizzando un grande evento venerdì 25 ottobre coi rispettivi leader nazionali. Due piazze, probabilmente entrambe in centro e nella stessa fascia oraria, il tardo pomeriggio, in cui le coalizioni si sfideranno a distanza prima che scattino le canoniche ventiquattr’ore di silenzio elettorale che precedono l’apertura delle urne, fissata per le 7.00 di domenica 27 ottobre.

Sul fronte del centrodestra sarebbe confermata al momento la presenza della triade al completo: la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e i suoi vice Matteo Salvini e Antonio Tajani, ciascuno in rappresentanza del partito che guida. Ancora da decidere la location: tutte le campagne elettorali di Bucci e Toti sono state chiuse tradizionalmente in largo XII Ottobre, ma il piccolo slargo nel cuore della city, nonostante la sua carica scaramantica, potrebbe risultare troppo complesso sul fronte della sicurezza, dato che stavolta, a differenza degli anni precedenti, è prevista anche la premier. Una possibile alternativa è la tensostruttura del Porto Antico dove Meloni aveva tenuto il comizio per il secondo mandato di Bucci il 6 giugno 2022, anche quello di buon auspicio.

Sciolte le riserve venerdì scorso, anche il centrosinistra sta lavorando a una chiusura di campagna elettorale che dovrebbe vedere insieme i leader di Pd e M5s Elly Schlein e Giuseppe Conte, quelli di Alleanza Verdi Sinistra Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, ma anche Carlo Calenda di Azione. Insomma, il parterre al completo per dare quel segnale di unità che Andrea Orlando ancora oggi ha invocato non solo a livello locale. L’entourage conferma che si sta organizzando per il 25 ottobre, ma il luogo non è ancora noto. Filtra solo che sarà “una grande piazza del centro“. Il precedente più recente è la manifestazione del 18 luglio a De Ferrari per chiedere le dimissioni di Toti, con circa 2mila partecipanti. Ma allora non c’era la campagna elettorale e soprattutto non c’erano altre piazze con cui confrontarsi.

In ogni caso, salvo defezioni o cambi di programma, il 25 ottobre sarà la giornata culmine di una campagna elettorale breve ma piuttosto velenosa, che finora non ha regalato grandi colpi di scena ma frequenti frecciate reciproche e un momento di scontro verbale tra Bucci e Orlando all’inaugurazione dell’Expo della Val Fontanabuona. Ai leader nazionali dei principali partiti spetterà il compito di provare a spezzare il sostanziale equilibrio disegnato dai sondaggi: l’ultima rilevazione di Ipsos pende a favore di Bucci, ma si tratta pur sempre di percentuali comprese nel margine d’errore. Insomma, le due settimane all’orizzonte potrebbero rivelarsi davvero decisive per determinare l’esito del voto.

Intanto però, se il centrodestra irrequieto a livello governativo si mostra invece compatto a sostegno di Marco Bucci, il campo largo rimasto orfano di Italia Viva (a partire proprio dalla Liguria) è ancora scosso da qualche ribellione interna. A far rumore sono le parole del presidente della Campania Vincenzo De Luca, esponente del Pd in aperta rottura con la segreteria di Elly Schlein: “La questione del terzo mandato la considero un problema marginale e stupido. È una grande palla, non esiste. In questo momento si sta candidando alla presidenza della Liguria Andrea Orlando, che ha sei mandati alle spalle. Nessuno ha niente da dire“.

Non si fa attendere la reazione di Bucci: “Io credo di non aver più bisogno di dimostrare di essere stato un sindaco sul campo in tante vicende complesse della regione, di aver dato e di continuare a dare tutto me stesso, mentre nella vita Orlando ha fatto solo il ministro e il deputato. De Luca ricorda a Orlando di avere in mano le chiavi del potere da 18 anni: ha fatto tre volte il ministro e ogni volta, proprio per la sua Liguria, ha fatto danni. Orlando non sarebbe in grado di amministrare questa regione: lo dice direttamente il Pd. Quando è stato chiamato a fare, quando gliene è stata data la possibilità ha fallito. Non litigano solo con tutti gli alleati cedendo senza condizioni ai diktat di Giuseppe Conte, anche all’interno del Pd si fanno opposizione da soli. Ma se persino nel Pd hanno questa opinione dei loro dirigenti, perché i cittadini dovrebbero avere giudizi positivi e scegliere di essere amministrati da uno così?”.

 

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