Savona. “Bucci ci ha già promesso il no al rigassificatore e al termovalorizzatore. Ci faccia una terza promessa: un assessore regionale savonese, chiunque voglia“. Lo aveva detto a pochi giorni dal voto Angelo Vaccarezza, consigliere regionale uscente ed eletto nelle file di Forza Italia. Ed oggi, alla luce dell’esito elettorale che ha visto Bucci perdere a Genova città ma vincere al fotofinish proprio grazie alle province (soprattutto Imperia, ma anche Savona), quell’appello torna d’attualità: Savona è stata a lungo senza un assessore regionale di riferimento, e oggi ne reclama uno.
Già, ma chi? Gli eletti in maggioranza sono quattro, uno per lista: in ordine di preferenze Angelo Vaccarezza (Forza Italia), Sara Foscolo (Lega), Alessandro Bozzano (Vince Liguria) e Rocco Invernizzi (Fratelli d’Italia). I petali della margherita sono pochi, quindi: se c’è un futuro assessore regionale savonese, è tra questi quattro. Qui sotto vi spiegheremo chi, secondo noi, ha più chances.
Per capirlo, infatti, è necessaria una analisi a 360 gradi. Nella composizione della giunta concorrono diversi fattori: gli equilibri tra i partiti (rispettando l’esito del voto), la presenza di donne, la rappresentatività dei territori (l’accusa savonese alla seconda giunta Toti fu proprio questa, aver escluso la nostra provincia). Proviamo dunque a fare qualche calcolo partendo da un dato: gli assessori saranno 7. O almeno, questa è la cifra sulla carta: la storia è piena di sindaci e presidenti che hanno aggiunto assessori per risolvere i dilemmi.
PUNTO 1: EQUILIBRIO TRA PARTITI – La lista più votata, Fratelli d’Italia (15,08%), dovrebbe essere già certa di avere almeno due assessori, se non addirittura tre. Ma immaginiamo che Fratelli d’Italia si accontenti di due assessori, a cui aggiungere magari la presidenza del consiglio per “premiarne” il risultato. Restano cinque posti per tre liste: Vince Liguria (9,46%), Lega (8,47%) e Forza Italia (7,97%). Una dovrebbe accontentarsi di un assessore soltanto. E la principale indiziata pare essere FI, non solo perché “ultima in classifica” ma anche perché sembra essere quella con meno “pretendenti da soddisfare”. Gli eletti sono 3: Carlo Bagnasco a Genova, Angelo Vaccarezza a Savona, Marco Scajola a Imperia. Ma mentre l’ultimo scalpita, il primo – secondo i bene informati – potrebbe accontentarsi dell’elezione in consiglio. Quanto al “nostro” Vaccarezza, in passato ha sempre rifiutato il diktat di Toti che pretendeva dagli assessori le dimissioni da consigliere. Un paletto già annunciato anche da Bucci, e che quindi potrebbe, anche questa volta, convincere Vaccarezza a rinunciare al posto da assessore. Lasciando campo a Marco Scajola, rimasto unico pretendente.
A questo punto lo schema diventerebbe:
Fratelli d’Italia 2 (più il presidente del consiglio)
Vince Liguria 2
Lega 2
Forza Italia 1: Marco Scajola
PUNTO 2: QUOTE ROSA CERCASI – La giunta deve essere composta anche da donne. Analizzando le consigliere elette (le trovate qui) non ci sono tantissime alternative: Simona Ferro in FdI, Sara Foscolo nella Lega. Stop. Soltanto due. Ma d’altronde due erano gli assessori donna nella giunta Toti, quindi potrebbero bastare. Possiamo quindi presumere un ruolo per entrambe in giunta, riempiendo altre due caselle (e individuando, così, il più probabile assessore savonese):
Fratelli d’Italia 2: Simona Ferro
Vince Liguria 2
Lega 2: Sara Foscolo
Forza Italia 1: Marco Scajola
PUNTO 3: RAPPRESENTARE LE PROVINCE – Con Genova a fare ovviamente da padrona nell’attribuzione dei seggi, uno degli obiettivi nel comporre la giunta – almeno sulla carta – dovrebbe essere quello di avere almeno un assessore per provincia. La Spezia esprime un solo consigliere eletto: Gianmarco Medusei in Fratelli d’Italia. Aggiungiamolo, per ora, allo schema, notando che Foscolo e Scajola sono di Savona e Imperia e che quindi, sulla carta, tutte le province sarebbero già rappresentate.
Fratelli d’Italia 2: Simona Ferro (Genova), Gianmarco Medusei (La Spezia).
Vince Liguria 2
Lega 2: Sara Foscolo (Savona)
Forza Italia 1: Marco Scajola (Imperia)
LE CASELLE MANCANTI: IL NODO “VINCE LIGURIA” – A questo punto proviamo a mettere insieme il tutto per individuare i nomi mancanti. Fratelli d’Italia avrebbe già Ferro e Medusei, a cui si dovrebbe aggiungere il presidente del Consiglio: l’indiziato principale sembra essere Stefano Balleari, già consigliere regionale ed ex vicesindaco di Bucci. La Lega dovrebbe affiancare a Foscolo uno dei due Piana, e qui pare in vantaggio l’assessore uscente Alessio Piana a discapito del quasi omonimo Alessandro.
Tre gli eletti di Vince Liguria: Federico Bogliolo e Matteo Campora su Genova, Alessandro Bozzano su Savona. Il primo posto sembra sicuro appannaggio di Matteo Campora (assessore in Comune a Genova), il secondo è quello che “complica i calcoli”. Perché potrebbe andare a Bogliolo oppure a Bozzano, con il secondo che pare in vantaggio visto l’esito del voto e il sostegno decisivo del ponente (“contro” Genova) all’elezione di Bucci. In questo secondo caso Savona avrebbe addirittura due assessori, a meno che Foscolo non lasci spazio a un’altra donna (che però a quel punto andrebbe pescata tra i non eletti). Ma in realtà, secondo i soliti bene informati, per il secondo posto “civico” potrebbe essere ripescato Giacomo Giampedrone, il cui lavoro da assessore alla Protezione Civile è stato molto apprezzato da Bucci: e Giampedrone è spezzino, il che potrebbe mettere a rischio il posto di Medusei.
LA POSSIBILE GIUNTA – Ecco quindi la giunta sulla carta più probabile, che comprende due donne e almeno un assessore per provincia.
Fratelli d’Italia 2: Simona Ferro (Genova), Gianmarco Medusei (La Spezia)
Vince Liguria 2: Matteo Campora (Genova), Giacomo Giampedrone (La Spezia) oppure Alessandro Bozzano (Savona)
Lega 2: Alessio Piana (Genova), Sara Foscolo (Savona)
Forza Italia 1: Marco Scajola (Imperia)
Uno schema che, come visto, non è certo esente da dubbi: Medusei, ad esempio, potrebbe lasciare il posto a Balleari contando sul fatto che Giampedrone è sua volta spezzino. Senza contare che tutto si basa sull’ipotesi che Bucci applichi più o meno alla lettera il “manuale Cencelli”, cosa niente affatto scontata: potrebbe al contrario decidere di chiamare un maggior numero di esterni, oppure non rispettare la suddivisione tra i partiti. E allora tutti i ragionamenti sopra esposti sarebbero superati.