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Alluvione in Valbormida, firmato l’accordo per la cassa integrazione alla Trench di Bragno che fa la conta dei danni

Ghiglia della Cgil: "L'azienda è solida e l'auspicio è quello che la produzione riparta a breve anche progressivamente"

Alluvione Val Bormida Trench

Cairo Montenotte. Alluvione in Valbormida, “lo stabilimento di Bragno di Trench Italia ripartirà, anche progressivamente, il prima possibile“.

Questo l’auspicio dei sindacati che oggi hanno firmato l’accordo per la cassa integrazione per almeno cinque settimane, così da permettere il ritorno all’attività dell’azienda che produce componenti elettronici.

Il sito cairese, che già in altre occasioni aveva registrato danni a causa di eventi meteorologici di forte entità, questa volta ha accusato un duro colpo. Notevole infatti la quantità di acqua e fango che ha invaso lo stabilimento nello scorso fine settimana.

“La messa in sicurezza dell’area produttiva è quasi completata, non ancora definita, invece, la quantificazione dei danni e la relativa tempistica con cui si saprà se è ancora possibile l’utilizzo dei macchinari – spiega Cristiano Ghiglia, segretario della Fiom Cgil Savona – L’azienda è solida sul mercato, vanta un buon premio di risultato e nonostante la gravità della situazione si guarda avanti, come sempre i lavoratori (oltre 150, ndr) sapranno fare la loro parte”.

“La ripartenza deve abbracciare anche l’unità di intenti della politica e delle istituzioni – sottolinea il segretario della Uilm Savona, Patrizio Lai – Occorre, infatti, un piano di messa in sicurezza dell’intera area che troppo spesso è soggetta ad inondazioni, pertanto bisogna valutare come intervenire in modo più massiccio”.

Domani (5 novembre) intanto sarà la volta dell’incontro con Semar Electric, la nuova proprietà del’ex stabilimento Schneider, anch’essa fortemente danneggiata e presente nella stessa area produttiva.

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