Liguria. Nessuna (o quasi) novità a livello regionale, ma tre conferme per il savonese. È il quadro che emerge dalla Guida Michelin 2025, presentata ieri (5 novembre) a Modena, nel teatro dedicato al Maestro Pavarotti.
Per quanto riguarda la nostra provincia, si registrano le conferme del Nove di Villa della Pergola ad Alassio, de Il Vescovado a Noli, con Giuseppe “Giuse” Ricchebuono saldamente al timone, e di Vignamare di Andora, con alla guida chef Giorgio Servetto.
Unica new entry a livello regionale è la nuova stella assegnata a Equilibrio di Dolcedo, di Jacopo Chieppa, aperto da soli due anni dopo una lunga esperienza al Mirazur di Mentone. Inoltre, se ne sono “spente” due per chiusura, una nello spezzino, l’altra nel genovesato: Jorg Giubbani di Orto a Moneglia (GE) e Andrea Ricciardi, le Tamerici di Ameglia (SP).
Tutti confermati gli altri stellati liguri, veramente pochi. In totale le stelle liguri della Guida Michelin 2025 sono state confermate ai Balzi Rossi, guidato dallo chef Enrico Marmo a Ventimiglia, Casa Buono, sempre a Ventimiglia, con ai fornelli chef Antonio Buono e ancora il Nove di Villa della Pergola ad Alassio e Vignamare di Andora con alla guida chef Giorgio Servetto. Poi, a Cavi di Lavagna, l’Impronta d’acqua di chef Ivan Magnago, Il Vescovado a Noli con Giuseppe “Giuse” Ricchebuono saldamente al timone.
A Imperia continuano a brillare le stelle del Ristorante Sarri di Andrea Sarri a Porto Maurizio e quella (ormai da più di trent’anni) di Paolo e Barbara a Sanremo. A Genova le stelle sono quelle di The Cook con al timone Ivano Ricchebono, quella del San Giorgio (una cucina glocal, nel senso di ligure, ma internazionale), e quella de Il Marin, al Porto Antico di Genova, con Marco Visciola.
La Guida Michelin 2025, dunque, fotografa una realtà che lascia poco spazio alla speranza: la Liguria non riesce a scalare le vette del gusto. Saranno gli ispettori, troppo severi, o di una ristorazione che pensa più a stupire con abbinamenti azzardati e impiattamenti pittoreschi, piuttosto che cercare l’armonia dei sapori mettendo assieme le quattro linee guida della “Rossa”: talento, territorio, tradizione, sostenibilità.
Probabilmente entrambe le cose, ma, alla fine, il risultato non cambia: le stelle brillano ancora, e di nuovo, sui locali già premiati la scorsa edizione.
Nessun ristorante, secondo gli ispettori della Rossa, ha meritato le due stelle (figuriamoci le tre!), dando la sensazione di avere, in Liguria, una cucina “seduta”, quasi incapace di scatti, cosa non vera vista la proposta ristorativa di tanti giovani. L’impressione è quella che la guida più consultata al mondo si sia completamente dimenticata della cucina ligure più vera, quella che, negli ingredienti, guarda alla terra e non al mare. Sarà per il prossimo anno.