Il punto

In Regione è rebus Sanità, le opzioni per Bucci: Nicolò in pole position, pronti Gratarola-Castanini

Almeno tre nomi in corsa per la poltrona più scottante, in serata nuovo incontro a De Ferrari. Quasi completato lo scacchiere dei partiti, ma si apre il caso Savona: "Un grave errore escluderci"

Generico novembre 2024

Liguria. È appesa al nodo della Sanità la futura giunta regionale guidata da Marco Bucci. Gran parte dei tasselli sono andati al loro posto, ma per la delega più pesante la partita è ancora aperta. Da quanto si apprende, un nuovo vertice tra le forze di maggioranza è stato convocato nella serata di oggi tra le forze di maggioranza, anche se difficilmente si rivelerà decisivo, con l’ufficializzazione della squadra di governo rimandata alla prossima settimana.

Almeno tre nomi per la poltrona più scottante

Il nome su cui lo stesso Bucci ha mostrato più insistenza negli scorsi giorni è quello di Massimo Nicolò, noto oculista e professore universitario genovese, già vicesindaco a Tursi in quota Fratelli d’Italia, legato al neo-presidente anche da un rapporto personale. La sua possibile nomina desta più di una perplessità nel centrodestra. Anzitutto perché Lega e Fratelli d’Italia lo vedrebbero come il terzo assessore espresso dai meloniani, i quali d’altro canto non vorrebbero intestarsi una materia spinosa come la sanità e lo farebbero passare da esterno (pur essendo stato candidato nell’ultima tornata). Ma anche perché, nonostante le indiscusse competenze mediche, c’è chi non lo ritiene adatto a un ruolo così “di trincea”.

Sul tavolo c’è un’alternativa sempre valida, l’assessore uscente Angelo Gratarola. Una sua riconferma in giunta sarebbe impegnativa, visto che andrebbe in continuità con l’amministrazione di Giovanni Toti, criticata sul fronte della sanità anche dagli alleati, ma d’altra parte l’ex primario del pronto soccorso del San Martino non ha mai avuto davvero carta bianca per risolvere le partite più intricate, a partire dalle liste d’attesa. Si continua a parlare di una sorta di ticket tra lui ed Enrico Castanini, ex amministratore unico di Liguria Digitale in prima linea durante il Covid, profilo spiccatamente manageriale che non dispiacerebbe a Bucci.

Non è escluso che tutti e tre i nomi appena citati rientrino in qualche modo nel progetto, chi sul piano politico e chi su quello tecnico: in ballo infatti non c’è solo l’assessorato, ma anche l’eventuale sottosegretariato (il sindaco-governatore ha anticipato di volersene avvalere perché sette assessori sarebbero troppo pochi), il vertice di Alisa, eventuali strutture di missione specifiche e consulenze ad hoc. Sullo sfondo esistono altre due opzioni: il presidente dell’Ordine dei medici Alessandro Bonsignore (che stavolta potrebbe anche accettare, essendo diventato professore associato) e l’ex leghista oggi “svincolato” Brunello Brunetto, già primario a Savona e poi presidente della commissione Sanità.

Il risiko dei partiti e il rebus Savona

In quota Bucci, oltre al tecnico per la sanità, tornerebbe in campo Giacomo Giampedrone, rimasto escluso dagli eletti di Vince Liguria per le bizzarrie del sistema di assegnazione dei seggi. Passando alle caselle occupate dai partiti, restano ormai pochi dubbi sui due assessori espressi da Fratelli d’Italia: saranno probabilmente l’uscente Simona Ferro, genovese, e il sanremese Luca Lombardi, espressione della corrente che fa capo a Gianni Berrino, forte di un ottimo risultato nell’estremo Ponente. In Forza Italia scalpita Marco Scajola, tornato in casa azzurra dopo aver seguito le orme di Toti.

Per la Lega scontato il rientro di Alessio Piana, primo degli eletti a Genova, da un anno titolare dello Sviluppo economico, mentre sarebbe ancora in bilico il secondo posto: quotazioni in salita per Alessandro Piana, che ha portato in dote 3.500 preferenze e si è preso sulle spalle la Regione nei mesi più complicati dopo il terremoto giudiziario. Peraltro un suo nuovo ingresso a De Ferrari sbloccherebbe il seggio per il sindaco di Vallecrosia Armando Biasi, circostanza che il segretario Rixi vedrebbe particolarmente di buon occhio. In alternativa c’è la loanese Sara Foscolo, ex deputata, che andrebbe a rafforzare la componente femminile della giunta (altrimenti ridotta alla sola Ferro) e garantirebbe almeno una pedina al Savonese.

E proprio il tema della rappresentanza territoriale potrebbe causare i primi grattacapi politici al neoeletto Bucci. L’esclusione totale della provincia di Savona dalla distribuzione delle poltrone aveva attirato non poche antipatie a Toti, anche ben prima dell’affaire rigassificatore. E in questi giorni si moltiplicano i mal di pancia, come quello esplicitato dall’ex senatore Franco Orsi: “Si tratterebbe di un grave errore che non può essere taciuto. Presidente Bucci, lo dico anche e soprattutto perché ho sostenuto la tua candidatura: hai promesso di essere il sindaco della Liguria e di tutti i liguri, non cominciare tradendo i savonesi, discriminando un territorio importante e fondamentale per la Liguria. Non te lo perdoneremo”.

Pure Angelo Vaccarezza, rieletto con Forza Italia dopo aver lasciato gli arancioni totiani, aveva chiesto a Bucci di prendersi questo impegno (lui però non avrebbe l’intenzione di dimettersi da consigliere per entrare in giunta). Restano Alessandro Bozzano (Vince Liguria) e Rocco Invernizzi (Fratelli d’Italia), che però non sono mai stati in partita finora. A meno che Bucci non vada a pescare a sorpresa qualche esterno (per esempio Brunetto, citato poco fa). Per giunta si profila un possibile scenario in cui l’Imperiese, provincia in cui Bucci ha vinto con più del 60%, esprimerebbe ben tre assessori lasciando a bocca asciutta i vicini ponentini.

A Bucci il compito di sbrogliare la matassa, ben sapendo che non potrà accontentare tutti e che la risposta in extremis alla chiamata dei leader – Giorgia Meloni in testa – fornisce al governatore un margine d’azione più ampio del solito. Ricordando le sue parole di pochi giorni fa: “Alla fine sono io che mi prendo la responsabilità, sono io che ci sto o me ne vado“.

Prime polemiche sulla sanità

Nel frattempo il presidente si è già messo a lavorare sulla sanità. E, secondo indiscrezioni riportate da Il Secolo XIX, avrebbe già mandato un messaggio chiaro ai direttori generali della Asl: i conti vanno messi in ordine o qualcuno rischia di andarsene a casa. “Pensavamo che la prima riunione sulla sanità di Bucci, come aveva assicurato prima delle elezioni, avesse come priorità un piano organico per l’abbattimento delle liste d’attesa. Invece, la prima cosa che fa, una volta insediato in Regione, con un atteggiamento di totiana memoria, è chiamare i direttori generali e strigliarli sui conti come se la situazione attuale non fosse la conseguenza di scelte, o meglio non scelte di quel centrodestra che oggi Bucci rappresenta in piena continuità“, lo rimprovera Davide Natale, segretario regionale del Pd.

E contro l’eventualità di una consulenza assegnata ad Angelo Gratarola si scaglia Gianni Pastorino, consigliere regionale rieletto con la Lista Orlando: “Afidare incarichi retribuiti a chi ha contribuito a generare il disastro attuale è lennesima dimostrazione di come la politica del centrodestra non voglia cambiare rotta, ma si limiti a riciclare volti già noti e responsabili del caos. È inaccettabile: stiamo parlando dello stesso ex assessore che lascia dietro di sé un buco di bilancio senza precedenti e una gestione fallimentare delle liste dattesa. Questa è la logica del premio di risultato quando il risultato non c’è mai stato. Non è certo così che si può risanare la sanità ligure, né tantomeno restituire fiducia alle cittadine e ai cittadini che da anni subiscono sulla propria pelle le conseguenze di scelte sbagliate”.

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