Liguria. “Giovedì chiudiamo sulla giunta? Spero prima”. Parole del presidente Marco Bucci, che sfoggia il sorriso dell’ottimismo, forse perché si avvicina la fine dell’impasse. Se è vero che la squadra ormai è fatta “al 95%”, come ha detto il governatore ai cronisti domenica sera, è proprio l’ultimo pezzettino a tenere tutti sulle spine. La volontà perentoria espressa dal territorio savonese di avere un assessore è l’elemento che rischia di far saltare equilibri e contrappesi già definiti da giorni, con diverse possibili soluzioni che verranno discusse il 14 novembre in un nuovo vertice di maggioranza nel tardo pomeriggio.
A offrire il jolly, allora, potrebbe essere ancora una volta la premier Giorgia Meloni, seppur indirettamente. Bucci è fiducioso che entro Natale venga approvata la norma che consentirebbe di ampliare la giunta a nove assessori anziché i sette attuali, imposti da una legge del 2011 con l’obiettivo di contenere la spesa pubblica. “Lo chiederemo in Conferenza Stato-Regioni, saranno a costo zero per tutti, nel senso che saranno pagati con le risorse che ci sono già”, ribadisce, insistendo che “non ha senso che la Lombardia abbia 18 assessori più i sottosegretari“, con una nota di campanilismo: “Noi abbiamo il mare, loro no”. Infondata invece l’ipotesi che la modifica possa arrivare nei prossimi giorni con un decreto-legge.
A quel punto, se non si arriverà a una convergenza tra le forze politiche nelle prossime ore, non resterà che rimandare la questione Savona ai primi mesi del 2025. La giunta Bucci verrebbe varata giovedì sera con lo schema ormai noto: Massimo Nicolò assessore alla sanità esterno, Simona Ferro e Luca Lombardi per Fratelli d’Italia, Alessio Piana e Alessandro Piana per la Lega, Marco Scajola per Forza Italia, Giacomo Giampedrone per Vince Liguria. Con la garanzia che almeno una pedina savonese verrà inserita tra pochi mesi, non appena la legge lo consentirà. Una strategia che ha preso forma nelle ultime ore e che trarrebbe d’impaccio il centrodestra e lo stesso Bucci, per il quale ogni giorno in più senza giunta è tempo perso, pur lasciando un po’ di mal di pancia a ponente di Cogoleto.
Senza questo escamotage sarebbe impossibile sbrogliare la matassa senza prima superare il braccio di ferro iniziato in questi giorni tra Lega e Fratelli d’Italia. Uno dei due partiti dovrebbe farsi carico di sciogliere il nodo savonese rinunciando a qualcosa. Il viceministro Edoardo Rixi, segretario regionale del Carroccio, potrebbe sbloccare la partita ritirando Alessio o Alessandro Piana – entrambi considerati punti fermi per la futura giunta – per inserire Giancarlo Canepa, dando ormai per certo che Sara Foscolo, prima degli eletti nel Savonese, non voglia lasciare il Consiglio. Dal canto suo il coordinatore ligure dei meloniani Matteo Rosso dovrebbe sacrificare Simona Ferro o più probabilmente Luca Lombardi con due possibili opzioni: inserire al loro posto un savonese (Rocco Invernizzi o Antonella Tosi) oppure intestarsi la nomina di Massimo Nicolò alla Sanità (voluta dal presidente) e liberare un posto da riassegnare “in quota Bucci”. A quel punto la scelta naturale ricadrebbe su Ilaria Caprioglio di Vince Liguria, ex sindaca di Savona, gradita tanto a Bucci quanto a Claudio Scajola.
La Lega vorrebbe che fosse Fratelli d’Italia a risolvere il problema, ma non è affatto una strada semplice. La prima forza della coalizione – come tutte le altre, del resto – è riluttante a prendersi un fardello come la Sanità. E per giunta dovrebbe farlo con un nome, quello del medico Massimo Nicolò, che non figurava neppure in lista, generando quindi un’anomalia interna nei confronti di vari candidati con migliaia di preferenze che si troverebbero inspiegabilmente tagliati fuori dai giochi. In alternativa si dovrebbe costringere un savonese a fare l’assessore con metà (o meno) degli oltre 3mila voti conquistati nel collegio imperiese da Lombardi.
Forse un’altra via d’uscita esisterebbe e sarebbe anche quella al vaglio delle forze di maggioranza. La Lega potrebbe mollare il colpo sul ticket di assessori Piana-Piana a due condizioni: ottenere la presidenza del Consiglio già promessa a Stefano Balleari (facendo valere il ragionamento su Nicolò, considerato esterno ma pur sempre legato a Fratelli d’Italia) e calare la carta savonese. A quel punto arriverebbe in giunta proprio Giancarlo Canepa, sindaco di Borghetto Santo Spirito e primo dei non eletti, mentre il vertice dell’assemblea legislativa spetterebbe a uno dei due esclusi. Se fosse Alessio, Alessandro rimarrebbe a De Ferrari e subentrerebbe in via Fieschi Armando Biasi dall’Imperiese, uomo legato al sindaco di Ventimiglia Flavio Di Muro. Viceversa, scatterebbe il seggio per il chiavarese Sandro Garibaldi pronto al secondo mandato consecutivo.
Fonti più maligne sostengono poi che qualcuno stia inducendo Bucci in tentazione affinché faccia saltare l’assessore totiano Giacomo Giampedrone, ripescato nonostante la sfortunata esclusione dal Consiglio regionale, per inserire in giunta Ilaria Caprioglio senza scontentare nessuno dei partiti. Ma questa mossa, oltre a indispettire Ilaria Cavo e tutto il mondo arancione che rivendica il proprio apporto come determinante, avrebbe l’effetto di riproporre la questione Savona su un’altra provincia, quella della Spezia, obbligando magari Fratelli d’Italia a togliere Ferro o Lombardi per piazzare l’ex leghista Gianmarco Medusei.
Alla fine l’unico modo di tagliare la testa al toro è aspettare che il Governo offra a Bucci due caselle in più da riempire. Il sapore sarebbe un po’ quello del provvedimento ad Regionem, ma aumentare la dotazione di assessori farà comodo anche alla futura presidente dell’Umbria, al voto domenica e lunedì, e ai governatori di Marche e Abruzzo che avevano già spinto in questa direzione. Dopodiché rimarrà da capire chi si aggiungerà alla compagine dalla provincia di Savona e non solo. Diversi fattori giocano a favore di Ilaria Caprioglio (che farebbe salire almeno a due il numero di donne in giunta) alla quale Bucci studiava di assegnare la delega alla Cultura, a meno che questa non venga tenuta in serbo per un ulteriore esterno, quale ad esempio mister Rolli Days Giacomo Montanari.