Finale Ligure. Questa mattina a Finale Ligure ha avuto luogo la cerimonia in occasione della “Giornata del ricordo dei caduti, militari e civili, nelle missioni internazionali per la pace” e in particolare del 21° anniversario della strage di Nassiriya, avvenuta proprio il 12 novembre 2003. Data che rimarrà scolpita nelle pagine della storia e che vide quel tremendo atto terroristico spegnere 28 vite umane, fra militari italiani e civili italiani e iracheni.
La notizia della tremenda esplosione alla base italiana arrivò in Italia alle ore 8.45 del mattino; a Nassiriya l’orologio segnava le 10.45 quando la “Base Maestrale” fu sventrata da un attacco kamikaze.
Oggi come allora il ricordo è più vivo che mai e l’Arma dei Carabinieri e la città di Finale Ligure si sono strette attorno alla famiglia del Maresciallo Capo dei Carabinieri Daniele Ghione, onorandone la Memoria innanzi al monumento a Lui dedicato.
Davanti alle Autorità civili, militari e religiose presenti, tra cui il Prefetto di Savona, Dott. Carlo De Rogatis e il Sindaco di Finale Ligure Angelo Berlangieri, nel suo discorso, il Colonnello Vincenzo Barbanera, Comandante Provinciale Carabinieri di Savona, si è soffermato sulla figura di Daniele Ghione, professionista straordinariamente motivato, ma anche figlio premuroso, marito attento e amico sincero e generoso. Un ragazzo solare, determinato ed energico. Un uomo di valore che ha sacrificato la propria vita, consapevole del proprio ruolo e degli ideali per cui era lì presente.
Momento toccante della cerimonia è stato quello dell’alza bandiera sulle note dell’inno di Mameli, di fronte a una rappresentanza di studenti e docenti della scuola elementare finalese e alla viva partecipazione della Associazioni combattentistiche e d’Arma e della locale Sezione dell’Associazione Nazionale Carabinieri che ha contribuito all’organizzazione della cerimonia insieme al Comune di Finale Ligure.
Il ricordo del Maresciallo Capo Daniele Ghione, è poi continuato con una messa nella basilica di San Giovanni Battista a Finalmarina.