Nuova vita?

Savona, dopo 16 anni la Banca d’Italia potrebbe aver trovato due acquirenti: uno è di Savona

Un gruppo di imprenditori piemontesi rileverebbe i piani alti, mentre il piano terra interessa a un savonese che fa parte del mondo della sanità

Ex Banca d'Italia di Savona

Savona. L’asse Torino-Savona potrebbe regalare, dopo ben 16 anni, una nuova vita alla Banca d’Italia situata in piazza Mameli.

Diversi gli obiettivi che però, in questo caso, porterebbero ad una soluzione comune: acquistare insieme l’edificio. Il gruppo di imprenditori piemontese punterebbe ai piani superiori per la parte residenziale (già sede degli ex appartamenti destinati al direttore, al vice e ad atri membri dello staff dirigenziale) mentre l’imprenditore savonese (che fa parte del mondo della sanità) acquisterebbe il piano inferiore per uso commerciale.

“Confermo il tutto – dice Fabrizio Persenda, titolare dell’agenzia immobiliare di via Guidobono che da sempre si occupa della vendita dell’immobile per conto della Banca – sono stato contattato da un gruppo di Torino che è interessato all’acquisto e mi ha chiesto di prendere contatti con la sede di Roma per vedere come arrivare a fare una loro proposta, poi sarà tutto da vedere”.

A questo gruppo di imprenditori piemontesi interessa tutto l’edificio, però il vero nodo dell’operazione è il piano terra – ci spiega – questo piano ha indirizzo pubblico-commerciale ed è difficile gestione e collocazione. Quindi mi hanno incaricato di cercare un ente o un imprenditore che sia interessato a questo piano”.

“Nell’arco di un po’ di tempo qualche figura che potrebbe essere interessata l’ho individuata – afferma – ma poi bisogna sempre vedere i costi. Comunque posso affermare che c‘è un imprenditore savonese interessato all’acquisto del piano terra e quindi questa combo potrebbe portare dei frutti”.

banca italia

“Ho avvisato il gruppo piemontese di questo interesse – prosegue Persenda – così mi ha incaricato di andare avanti con Roma, prendere contatti e di farci spiegare come arrivare a formulare una proposta. Ora attendiamo istruzioni in merito, dopo aver inviato la pec alla dirigenza di Roma nella quale ho espressamente dichiarato l’interesse. Dopo ci sarà una proposta economica diversa per i due piani”.

L’ex sede ha chiuso definitivamente i battenti nel 2008, e la decisione di metterla in vendita è arrivata nel 2011. Da allora Fabrizio, insieme al fratello (morto nel 2015), si è sempre occupato dello stabile: “Inizialmente, su tutta Italia, da Roma hanno fatto un pool di agenzie che si occupavano direttamente delle vendite e noi, da quel periodo, ci siamo sempre presi l’incarico di questo territorio – aggiunge Fabrizio – eravamo i loro riferimenti su Savona. La nostra impresa è quindi agenzia di riferimento Banca d’Italia per la vendita dell’immobile di piazza Mameli”.

Al momento è difficile ipotizzare su quanto si aggirerà l’offerta: “Inizialmente volevano 15 milioni di euro, ma era una valutazione fuori mercato. Piano piano gli abbiamo fatto presente la questione e così sono scesi a 7 milioni e mezzo – sottolinea Persenda – questa cifra si avvicinava un po’ di più ai valori di mercato. Nel 2013 gli abbiamo portato un’offerta di un imprenditore della provincia che si aggirava sui 5 milioni di euro, ma è stata rifiutata”.

Ora c’è da considerare che il mercato dell’immobiliare è in crisi da diverso tempo: complicato, quindi, fare pronostici, ma la cifra che potrebbe mettere tutti d’accordo dovrebbe aggirarsi di poco sotto ai 5 milioni di euro. Una somma importante appunto considerato il fatto che in questo momento il mercato immobiliare non gode di ottima salute: “Noi periodicamente abbiamo sempre portato imprenditori interessati pur con la crisi del mercato, che incide tantissimo, e non era così scontato – afferma Persenda che è anche membro del direttivo Fimaa – va considerato anche il fatto che questo edificio è un nodo per la città: un problema avercelo lì vuoto”.

“Voglio sottolineare che comunque mantengono sempre un controllo e la manutenzione ordinaria dell’immobile (la cui superficie complessiva è di circa 5 mila metri quadri), periodicamente vengono per fare sicurezza e manutenzione, si occupa di tutto la filiale di Genova”, aggiunge.

La Banca d’Italia resta comunque un nodo importante e di difficile gestione per la città e così anche l’amministrazione comunale sta cercando di porre rimedio e di attivarsi. Un sodalizio con gli enti pubblici potrebbe essere una strada percorribile: qualche tempo fa Comune e Asl avevano fatto un sopralluogo congiunto. Ad oggi, però, nulla di fatto. La via dell’acquisto in solitaria da parte del Comune sembra ormai arenata nonostante il sindaco di Savona, Marco Russo, avesse espresso l’intenzione di valutare l’acquisto per trasferire parte degli uffici di Palazzo Sisto in piazza Mameli.

Ora non resta che attendere di vedere se l’asse Torino-Savona porterà dei frutti.

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